PROSSIME INIZIATIVE FORMATIVE FEBBRAIO –APRILE 2025

Ringrazio AICQ Centro Insulare (www.aicqci.it) per avermi coinvolto nel Webinar in programma il 28 Febbraio dedicato all’approfondimento della DIRETTIVA UE 2024/1385 SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LA VIOLENZA DOMESTICA, così che avrò modo di intervenire e fare il punto su fattispecie di reato, quadro sanzionatorio e misure di prevenzione e contrasto. Temi su cui peraltro già ho avuto modo di scrivere anche in Rivista Qualità AICQ nel 2024 e ad inizio anno 2025.

Con l’occasione ricordo a chi diversamente fosse interessato ai miei Corsi organizzati con la Fondazione Forense del COA Milano accreditati per la formazione continua, che su Sfera sono aperte le iscrizioni:

  • al Webinar 18 Marzo 2025IL RUOLO DELL’AVVOCATO NELLE RELAZIONI CON TUTTE LE PARTI INTERESSATE ALLA LUCE DEL CDF” (3 crediti formativi di cui 2 in materia obbligatoria);
  • al Webinar 15 Aprile 2025 “ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLA COMPLIANCE- Sistema di Gestione norma 37301, Integrabilità con MOG 231/2001, Figure dedicate e relative certificazioni” (3 crediti formativi).

Per maggiori informazioni:

  • Programma del Webinar AICQ Centro Insulare: Locandina

         Per iscriversi: infosoci@aicqci.it

        Articoli collegati: 

Analisi e commento alla Direttiva UE/2024/1385 sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica – Parte 1

 Analisi e commento alla Direttiva UE/2024/1385 sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica – Parte 2

– Analisi e commento alla Direttiva UE/2024/1385 sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica – Parte 3

 

  • Programma del Webinar Fondazione Forense Deontologia: Locandina

 

  • Programma del Webinar Fondazione Forense Compliance: Locandina

 

Per iscriversi:  FormaSFERA 

TUTELA DELLE DONNE: IN VIGORE LA DIRETTIVA n. 2024/1385/UE SULLA LOTTA ALLA VIOLENZA

E’ di ieri la comunicazione della Commissione UE circa l’entrata in vigore della Direttiva del PE e del Consiglio 7 Maggio 2024 n. 2024/1385 per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica (pubblicata in GUUE 24 Maggio 2024 Serie L) perpetrata sotto varie forme, sia offline che on line.

Gli Stati Membri hanno tempo fino al 14 giugno 2027 per recepirla nel loro diritto nazionale.

In proposto Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha dichiarato: “Per la prima volta in assoluto configuriamo come reato le forme online di violenza di genere, come la condivisione non consensuale di immagini intime, compresi i deepfake, ormai un incubo per molte donne. Tale violenza è spesso il motivo per cui molte donne finiscono per isolarsi dalla società. La violenza online è una violenza vera e propria e la violenza contro le donne è un problema pervasivo.”

Helena Dalli

Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza, ha aggiunto: “La direttiva fornisce una risposta a tutto tondo a una questione pervasiva. Affronta la prevenzione della violenza di genere, la protezione e il sostegno delle vittime e la punizione adeguata per gli autori dei reati. Si tratta di un passo importante per eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica”.

PER APPROFONDIRE: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 13 GIUGNO 2024 ENTRA IN VIGORE LA DIRETTIVA DELL’UE SULLA LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Oggi entrano in vigore le prime norme dell’UE sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica

Si stima che la violenza contro le donne e la violenza domestica colpiscano 1 donna su 3 dei 228 milioni di donne nell’UE. 

Configurando come reato alcune forme di violenza contro le donne, comprese quelle online, e migliorando l’accesso delle vittime alla giustizia, alla protezione e all’assistenza, la direttiva mira a garantire i diritti fondamentali di parità di trattamento e non discriminazione tra donne e uomini.

Le nuove norme sono risolute contro la violenza di genere e vietano:

  • le mutilazioni genitali femminili, 
  • i matrimoni forzati,
  • le forme più diffuse di violenza online, come la condivisione non consensuale di immagini intime (compresa la generazione di deepfake, ossia video intimi realistici ma falsi), lo stalking e le molestie online (compreso l’invio non richiesto di immagini intime o cyberflashing). 

La violenza online è una questione da affrontare urgentemente, data la sua diffusione esponenziale e il suo impatto drammatico. 

Le nuove norme dell’UE aiuteranno le vittime di violenza online negli Stati Membri che non hanno ancora configurato come reato tali atti.

 Gli Stati Membri hanno tempo fino al 14 giugno 2027 per recepire la direttiva nel loro diritto nazionale. 

Ulteriori informazioni sono disponibili qui.

6 FEBBRAIO: GIORNATA INTERNAZIONALE TOLLERANZA 0 MGF (MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI)

Le mutilazioni genitali femminili, come definite dall’OMS – Organizzazione mondiale della sanità comprendono tutte le pratiche che comportano la rimozione parziale o totale degli organi genitali esterni femminili ed altre pratiche lesive di tali organi non
dovute a motivi medici.

Si stima che:

  • in ben 17 Paesi europei 190 000 bambine e ragazze rischiano di subire mutilazioni genitali e che, nel nostro continente,
  • 600 000 donne sono costrette a viverne le conseguenze,
  • annualmente almeno 20 000 donne e bambine arrivano in Europa come richiedenti asilo da Paesi in cui vi è il rischio di mutilazioni genitali femminili; pratica che viene inflitta a bambine e ragazze, dalla prima infanzia all’età di 15 anni, giustificandola erroneamente con motivazioni culturali o sociali.

Le mutilazioni genitali femminili costituiscono una forma di violenza contro le donne e le bambine che comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche permanenti.
La Commissione europea continua nel suo impegno attivo favorendo nuovi interventi volti a mettere fine a tale inaccettabile pratica, entro il 2030 (i.e. Obiettivo di sviluppo sostenibile 5.3).

PER APPROFONDIRE VAI AL COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 3 FEBBRAIO 2023: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA TOLLERANZA ZERO CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI; LA COMMISSIONE ESORTA A PORRE FINE A QUESTO CRIMINE CHE VIOLA I DIRITTI UMANI

Il 6 febbraio 2023, in occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili:

  • l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, Josep Borrell
  • la Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová
  • la Vicepresidente per la Demografia e la democrazia, Dubravka Šuica
  • la Commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, e 
  • la Commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen,

hanno ribadito il fermo impegno dell’UE a sradicare in tutto il mondo la pratica delle mutilazioni genitali femminili e hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta: 

“Le mutilazioni genitali femminili sono una violazione dei diritti umani e una forma di violenza contro le donne, le ragazze e le bambine. Non comportano benefici per la salute e causano danni permanenti alle donne, alle ragazze e alle bambine. Nel mondo sono oltre 200 milioni le persone colpite, di cui, secondo le stime, 600 000 vivono in Europa. Dobbiamo agire con determinazione per innescare il cambiamento e sradicare questa pratica se vogliamo conseguire l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili prevista dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (obiettivo 5.3) entro il 2030. Trasformare le norme sociali e di genere collaborando con uomini e ragazzi è fondamentale per porre fine alle mutilazioni genitali femminili. Dal 2016 l’UE sostiene il programma congiunto UNFPA-UNICEF per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili con 18,5 milioni di €, creando 1 758 coalizioni di uomini e ragazzi. Lo scorso anno la Commissione ha proposto norme a livello dell’UE per combattere la violenza contro le donne, che comprenderanno l’obbligo di perseguire penalmente le mutilazioni genitali femminili in tutta l’UE. Quest’anno presenteremo anche una raccomandazione su come prevenire le pratiche dannose nei confronti delle donne, delle ragazze e delle bambine. Spesso le mutilazioni genitali femminili non vengono praticate nell’UE, ma per eseguirle bambine e ragazze sono portate in un Paese terzo. A partire da marzo, la polizia e le guardie di frontiera saranno allertate quando hanno a che fare con una persona a rischio di violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili, grazie al potenziamento del sistema d’informazione Schengen. Quest’anno celebriamo il 75º anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani: è giunto il momento che le donne, le ragazze e le bambine siano libere dalla violenza una volta per tutte. È nostra responsabilità tutelare il loro diritto alla sicurezza e all’autonomia fisica. Occorre mettere fine alle mutilazioni genitali femminili.” 

CONTESTO

Le mutilazioni genitali femminili, quali definite dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), comprendono tutte le pratiche che comportano la rimozione parziale o totale degli organi genitali esterni femminili o altre pratiche lesive di tali organi non dovute a motivi medici. 

Le stime ci dicono che in ben 17 paesi europei 190 000 bambine e ragazze rischiano di subire mutilazioni genitali e che, nel nostro continente, 600 000 donne sono costrette a viverne le conseguenze. Ogni anno almeno 20 000 donne e bambine arrivano in Europa come richiedenti asilo da Paesi in cui vi è il rischio di mutilazioni genitali femminili. Questa pratica viene inflitta a bambine e ragazze, dalla prima infanzia all’età di 15 anni, giustificandola erroneamente con motivazioni culturali o sociali. 

Le mutilazioni genitali femminili costituiscono una forma di violenza contro le donne e le bambine che comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche permanenti.

La Commissione europea è fortemente determinata a porre fine a tutte le forme di violenza di genere in linea con le politiche dell’Unione in materia di uguaglianza. Questo impegno è illustrato:

In linea con queste politiche e con il nostro impegno a porre fine alle mutilazioni genitali femminili in Europa e nel mondo, sosteniamo con le superstiti, le famiglie e le comunità colpite, gli esperti e i responsabili politici e cooperiamo con loro.

La convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica prevede l’obbligo di perseguire penalmente le mutilazioni genitali femminili. La convenzione è stata firmata da tutti gli Stati membri dell’UE ed è stata finora ratificata da 21 di essi. 

La Commissione ha collaborato con il Consiglio per l’adesione dell’UE alla convenzione e ribadisce il suo impegno in tal senso.

L’8 marzo 2022 la Commissione ha presetato una nuova proposta mirante a prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e nel 2023 adotterà una raccomandazione specifica sulla prevenzione delle pratiche lesive, comprese le mutilazioni genitali femminili, la quale dovrebbe includere un sostegno e una protezione specializzati supplementari per le vittime.

Il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV) offre finanziamenti per progetti volti a contrastare la violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili. 

Nell’ambito dell’invito a presentare proposte DAPHNE del 2022, sono stati selezionati dieci progetti a cui sono stati assegnati 5,6 milioni di € per affrontare questioni quali la prevenzione dei matrimoni infantili nella comunità Rom in Bulgaria, spazi sicuri per donne e ragazze migranti per condividere le loro esperienze in Lussemburgo e, più in generale, coinvolgere i giovani nella prevenzione delle mutilazioni genitali femminili in Europa.

Al più tardi a partire dal 7 marzo le Autorità nazionali potranno contare sul nuovo sistema d’informazione Schengen, che fornirà loro una nuova categoria di allerta per prevenire gli spostamenti di potenziali vittime identificate, proteggendo le donne e le bambine vulnerabili che rischiano di diventare vittime di violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili.

Anche la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di cui tutti gli Stati membri dell’UE sono parti contraenti, condanna la violenza contro i minori, comprese le mutilazioni genitali femminili. 

Nel 2021 la Commissione ha presentato una strategia globale dell’UE sui diritti dei minori che contiene azioni concrete e raccomandazioni per porre fine alla violenza sui minori, comprese le mutilazioni genitali femminili.

Nel contesto dell’azione esterna e della cooperazione allo sviluppo, l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili continua a essere un’azione chiave del piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 e del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere 2021-2025. 

Un’azione che si traduce in dialoghi politici e interventi concreti, ad esempio mediante il sostegno al programma globale congiunto UNFPA/UNICEF per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, all’iniziativa Team Europa sulla salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti in Africa e al programma regionale per l’Africa dell’iniziativa Spotlight che ha destinato 7,5 milioni di € alla lotta contro questa pratica in 17 Paesi partner. 

Nonostante le restrizioni imposte durante la pandemia di COVID-19, circa 650 000 donne e ragazze hanno potuto usufruire di servizi di contrasto alla violenza di genere, tra cui un sostegno alla prevenzione delle pratiche lesive. L’UE sostiene inoltre progetti che affrontano il problema delle mutilazioni genitali femminili a livello nazionale tramite lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR). In Somalia, ad esempio, l’UE incoraggia l’autonomia delle Organizzazioni della società civile in azioni di pressione e sensibilizzazione a favore dell’adozione di politiche miranti a contrastare le mutilazioni genitali femminili, mentre in Sudan appoggia la riforma legislativa per l’eliminazione di tale pratica nelle comunità rurali.

Dal 2016 l’UE sostiene inoltre il programma congiunto UNFPA/UNICEF per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili con un contributo totale di 18,5 milioni di €. L’UE cerca di trasformare le norme sociali e di genere collaborando con uomini e ragazzi, il che è fondamentale per porre fine alle mutilazioni genitali femminili. Fino al 2021 il programma aveva istituito 1 758 coalizioni di uomini e ragazzi per sostenere attivamente l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili nelle loro famiglie e comunità.

Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione nel settembre 2020 intende inoltre rafforzare le garanzie di tutela a disposizione delle persone con esigenze particolari e garantire l’ammissibilità alla protezione internazionale per donne e ragazze che temono di essere perseguitate o rischiano di subire mutilazioni genitali femminili.

Per ulteriori informazioni: