MISURE PER LA TENUTA ED IL MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA PENSIONISTICO UE

E’ stata pubblicata ieri la Relazione della Commissione UE con il Comitato per la protezione sociale, in tema di adeguatezza del sistema pensionistico europeo; il quadro è positivo, anche se tuttavia si prevede che ci saranno cali, negli anni a venire.

La qual cosa comporta la necessità di:

  • politiche più forti per promuovere carriere più lunghe
  • politiche per un invecchiamento in buona salute
  • mercati del lavoro inclusivi e maggiore flessibilità nei percorsi pensionistici,
  • riforme per garantire un’equa sicurezza pensionistica per tutti ed evitare l’aumento delle disuguaglianze socioeconomiche con l’età, in un contesto di cambiamento demografico.

PER APPROFONDIRE: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 21 GIUGNO 2024 RELAZIONE SULL’ADEGUATEZZA DELLE PENSIONI SULL’IMPORTANZA DI SISTEMI PENSIONISTICI EUROPEI RESILIENTI

I ministri dell’Occupazione e degli Affari sociali hanno adottato oggi conclusioni del Consiglio sull’adeguatezza delle pensioni, a seguito della pubblicazione della relativa relazione 2024 elaborata dalla Commissione e dal comitato per la protezione sociale

Dalla Relazione emerge che i sistemi pensionistici europei hanno protetto il tenore di vita dei pensionati dalle sfide globali

Pensioni pubbliche resilienti e meccanismi di ridistribuzione hanno mantenuto l’adeguatezza delle pensioni durante i periodi di crisi.

Si prevede tuttavia che le pensioni diminuiranno; il che richiede politiche più forti per promuovere carriere più lunghe, politiche per un invecchiamento in buona salute, mercati del lavoro inclusivi e maggiore flessibilità nei percorsi pensionistici. 

La Relazione chiede ulteriori riforme per garantire un’equa sicurezza pensionistica per tutti ed evitare l’aumento delle disuguaglianze socioeconomiche con l’età, in un contesto di cambiamento demografico.

La Relazione sull’adeguatezza delle pensioni si compone di due volumi: 

  • il primo analizza l’adeguatezza complessiva delle pensioni nell’UE e l’impatto delle recenti crisi sul tenore di vita dei pensionati, mentre 
  • il secondo fornisce profili dettagliati dei sistemi pensionistici in ciascuno dei 27 Stati membri e in Norvegia.

Garantire un reddito adeguato agli anziani è fondamentale per conseguire l’obiettivo dell’UE per il 2030 di ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone che si trovano in situazioni di povertà ed esclusione sociale. 

L’UE sostiene politiche nazionali volte a combattere la povertà e le disuguaglianze di genere, migliorare la situazione dei prestatori di assistenza, e garantire l’accesso a servizi di assistenza di qualità e a un’adeguata protezione sociale per gli anziani. 

L’attuazione della raccomandazione del Consiglio sull’accesso alla protezione sociale e di quella relativa all’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili è importante per mantenere un tenore di vita dignitoso per gli anziani europei.

La Relazione 2024 sull’adeguatezza delle pensioni e la Relazione 2024 sull’invecchiamento demografico saranno discusse in occasione della prossima conferenza sulla longevità in Europa il 27 giugno 2024. 

Per ulteriori informazioni consultare la Relazione integrale sull’adeguatezza delle pensioni.

RISCHIO DI PROCEDURE DI INFRAZIONE PER MANCATO RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO N.2019/1158/UE

Nel giugno 2019 è stata emanata la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n.2019/1158/UE (relativa all’equilibrio tra attività professionali e familiari per i genitori ed i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva n.2020/18/UE); con obbligo di recepimento da parte degli Stati membri negli Ordinamenti nazionali entro il 2 agosto 2022.

Dopo l’invio nel settembre 2022 di lettera di costituzione in mora a 19 Stati membri per mancata comunicazione delle misure di recepimento della suddetta direttiva, e constatato che essa non era stata ancora pienamente recepita in 11 Stati membri, la Commissione ha quindi deciso di compiere un passo avanti nei procedimenti di infrazione; inviando un parere motivato a Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia.

Ciò in quanto la direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare  persegue gli obiettivi di migliorare il suddetto equilibrio e di agevolare i genitori ed i prestatori di assistenza nella gestione delle loro responsabilità, in tutti gli Stati dell’Unione.

Per approfondire: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 19 APRILE 2023 – LA COMMISSIONE INTERVIENE PER PROMUOVERE L’EQUILIBRIO TRA ATTIVITÀ PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE NELL’UE

Per salvaguardare il diritto all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare in tutti gli Stati membri, oggi la Commissione europea ha deciso di proseguire le procedure di infrazione nei confronti di Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia, inviando loro un parere motivato per non aver notificato misure nazionali che recepiscano pienamente le norme dell’UE che stabiliscono i diritti in materia per i genitori ed i prestatori di assistenza.

NUOVI DIRITTI PER I GENITORI E I PRESTATORI DI ASSISTENZA NELL’UE

La direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare è un fattore di svolta per i genitori lavoratori ed i prestatori di assistenza: stabilendo norme minime sui diritti al congedo – congedo di paternità, congedo parentale e congedo per i prestatori di assistenza – rende più facile conciliare famiglia e carriera, e riconosce ai genitori ed ai prestatori di assistenza il diritto di chiedere modalità di lavoro flessibili. 

Le nuove norme aiutano le persone a sviluppare sia la carriera che la vita familiare, favorendo il loro benessere generale. L’obiettivo è migliorare l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per tutti ed agevolare i genitori e i prestatori di assistenza nella gestione delle loro responsabilità.

La direttiva prevede i seguenti diritti:

  • congedo di paternità: i padri hanno diritto ad un congedo di paternità di almeno dieci giorni lavorativi in occasione della nascita del figlio, con una retribuzione di livello pari almeno alla prestazione di malattia;
  • congedo parentale: ciascun genitore ha diritto ad almeno quattro mesi di congedo parentale, di cui due mesi retribuiti e non trasferibili; i genitori possono chiedere di fruire del congedo secondo modalità flessibili, a tempo pieno, a tempo parziale o in periodi separati;
  • congedo per i prestatori di assistenza: tutti i lavoratori che forniscono assistenza o sostegno personali ad un familiare o ad una persona che vive nello stesso nucleo familiare hanno diritto ad un congedo di almeno cinque giorni lavorativi all’anno;
  • modalità di lavoro flessibili: tutti i lavoratori con figli fino a otto anni di età e tutti i prestatori di assistenza hanno il diritto di chiedere una riduzione dell’orario di lavoro, orari di lavoro flessibili e flessibilità sul luogo di lavoro.

LA COMMISSIONE ESORTA GLI STATI MEMBRI A CONFORMARSI A QUESTE REGOLE

Gli Stati membri erano tenuti a recepire negli ordinamenti nazionali la direttiva, adottata nel 2019, entro il 2 agosto 2022. 

Il 21 settembre 2022 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a 19 Stati membri per mancata comunicazione delle misure di recepimento della direttiva negli ordinamenti nazionali. 

Dopo aver analizzato le loro risposte, la Commissione ha constatato che la direttiva non era stata ancora pienamente recepita in 11 Stati membri ed ha pertanto deciso di compiere un ulteriore passo avanti nei procedimenti di infrazione inviando un parere motivato a Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia. 

Questi Stati membri dispongono ora di due mesi per adottare le misure necessarie per conformarsi al parere motivato, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

CONTESTO

L’UE ha prodotto una serie di atti legislativi che riconoscono ai cittadini diritti minimi a livello di Unione per la conciliazione del lavoro con le responsabilità familiari.

La direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare è una delle azioni destinate ad attuare ulteriormente i principi del piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali

La proposta è stata adottata il 13 giugno 2019 e gli Stati membri avevano tre anni di tempo, fino al 2 agosto 2022, per recepirla negli Ordinamenti nazionali. 

Le nuove norme si aggiungono ai diritti derivanti dalla direttiva 92/85 sulle lavoratrici gestanti, che riconosce alle donne il diritto a un congedo di maternità di almeno 14 settimane, di cui almeno due obbligatorie, con un’indennità almeno equivalente all’indennità nazionale di malattia.

La direttiva va di pari passo con la strategia europea per l’assistenza, volta a garantire servizi di assistenza di qualità, accessibili ed a costi sostenibili in tutta l’Unione europea ed a migliorare la situazione sia dei beneficiari dell’assistenza sia delle persone che li assistono, a livello professionale o informale.

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