REGOLE STRINGENTI DALLA COMMISSIONE UE PER LE PIATTAFORME ED I MOTORI DI RICERCA ON LINE

Nei giorni scorsi la Commissione UE ha invitato tutte le principali piattaforme ed i motori di ricerca on line che hanno una copertura estesa a conformarsi entro i prossimi 4 mesi agli obblighi di cui al regolamento sui servizi digitali.

Il regolamento stabilisce nuove regole globali relative alla riduzione dei danni ed al contrasto dei rischi on line; introduce forti tutele per i diritti degli utenti on line e colloca le piattaforme digitali in un nuovo quadro unico di trasparenza e responsabilità. 

Entro il 17 febbraio 2024 tutte le piattaforme indistintamente e non solo quelle di più ampia portata ora allertate alla cogenza del Digital Services Act dovranno parimenti conformarsi e fornire ai propri utenti la tutela e le garanzie previste da quest’ultimo.

In proposito, Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale ha dichiarato: “Le nostre norme mirano a garantire che la tecnologia sia al servizio delle persone e delle società in cui viviamo, e non viceversa. Il regolamento sui servizi digitali introdurrà notevole trasparenza ed ingenti responsabilità per le piattaforme ed i motori di ricerca ed offrirà ai consumatori maggiore controllo sulla loro vita online. Le designazioni di oggi rappresentano un enorme passo avanti in tale direzione”.

 

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno ha aggiunto:Oggi è un giorno importante per la normativa digitale: inizia il conto alla rovescia per 19 piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, che dovranno conformarsi appieno agli obblighi specifici imposti dal regolamento sui servizi digitali”.

 

 

 

PER APPROFONDIRE: 

COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 26 APRILE 2023: REGOLAMENTO SUI SERVIZI DIGITALI – DESIGNATO DALLA COMMISSIONE IL PRIMO GRUPPO DI PIATTAFORME E MOTORI DI RICERCA ONLINE DI DIMENSIONI MOLTO GRANDI

La Commissione ha adottato le prime decisioni di designazione a norma del regolamento sui servizi digitali, che riguardano 17 piattaforme online e 2 motori di ricerca on line tutti di dimensioni molto grandi, con un raggio d’azione di almeno 45 milioni di utenti attivi al mese, vale a dire:

  • Piattaforme online di dimensioni molto grandi: Alibaba; AliExpress; Amazon Store; Apple AppStore; Booking.com; Facebook; Google Play; Google Maps; Google Shopping; Instagram; LinkedIn; Pinterest; Snapchat; TikTok; Twitter; Wikipedia; YouTube; Zalando.
  • Motori di ricerca online di dimensioni molto grandi: Bing; Google Search.

Le piattaforme sono state designate sulla base dei dati utente che erano tenute a pubblicare entro il 17 febbraio 2023.

PROSSIME TAPPE PER LE PIATTAFORME E I MOTORI DI RICERCA DESIGNATI

Le società designate hanno ora 4 mesi di tempo per conformarsi a tutti i nuovi obblighi stabiliti dal regolamento sui servizi digitali. 

Tali obblighi mirano a conferire autonomia e responsabilità e a proteggere gli utenti online, compresi i minori, imponendo ai servizi designati di valutare e attenuare i propri rischi sistemici e di predisporre solidi strumenti di moderazione dei contenuti. Ciò comporta in particolare:

1.più potere agli utenti:

  • gli utenti saranno informati con chiarezza sul motivo per cui ricevono determinate raccomandazioni ed avranno il diritto di non partecipare ai sistemi di raccomandazione basati sulla profilazione;
  • gli utenti dovranno poter segnalare facilmente i contenuti illegali e le piattaforme saranno tenute ad esaminare con diligenza le segnalazioni;
  • gli annunci pubblicitari non possono essere selezionati sulla base dei dati sensibili dell’utente (come l’origine etnica, le opinioni politiche o l’orientamento sessuale);
  • le piattaforme devono contrassegnare tutti gli annunci pubblicitari come tali e informare gli utenti su chi li promuove;
  • le piattaforme devono fornire, nelle lingue degli Stati membri in cui operano, una sintesi delle proprie condizioni generali redatta in modo semplice e comprensibile;

2.forte protezione dei minori:

  • le piattaforme dovranno riprogettare i loro sistemi per garantire un livello elevato di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione dei minori;
  • non è più consentita la pubblicità mirata basata sulla profilazione dei minori;
  • valutazioni specifiche dei rischi, anche per quanto riguarda gli effetti nocivi sulla salute mentale, dovranno essere presentate alla Commissione 4 mesi dopo la designazione e rese pubbliche non più tardi di un anno dopo;
  • le piattaforme dovranno ridefinire i propri servizi, compresi le interfacce, i sistemi di raccomandazione e le condizioni generali, per attenuare tali rischi;

3.moderazione dei contenuti più diligente, meno disinformazione:

  • le piattaforme ed i motori di ricerca devono adottare misure per affrontare i rischi connessi alla diffusione di contenuti illegali online ed agli effetti negativi sulla libertà di espressione e di informazione;
  • le piattaforme devono avere condizioni generali chiare e applicarle in modo diligente e non arbitrario;
  • le piattaforme devono disporre di un meccanismo che consenta agli utenti di segnalare i contenuti illegali e prendere provvedimenti rapidi sulla base delle notifiche ricevute;
  • le piattaforme devono analizzare i propri rischi specifici e predisporre misure di attenuazione – ad esempio per contrastare la diffusione della disinformazione e l’uso non autentico dei loro servizi;

 

4.più trasparenza ed assunzione di responsabilità:

 

  • le piattaforme devono garantire che le loro valutazioni dei rischi e la loro conformità a tutti gli obblighi imposti dal regolamento sui servizi digitali siano sottoposte ad un audit esterno ed indipendente;
  • le piattaforme dovranno dare ai ricercatori l’accesso ai dati accessibili al pubblico. In un secondo tempo sarà istituito un meccanismo specifico per i ricercatori abilitati;
  • le piattaforme dovranno rendere pubblici i repertori di tutti gli annunci pubblicitari apparsi sulla loro interfaccia;
  • le piattaforme devono pubblicare relazioni di trasparenza sulle decisioni di moderazione dei contenuti e sulla gestione dei rischi.

Entro 4 mesi dalla notifica delle decisioni di designazione, le piattaforme e i motori di ricerca designati sono tenuti ad adeguare i propri sistemi, risorse e processi per garantire la conformità al regolamento, a creare un sistema indipendente di controllo della conformità ed a svolgere e presentare alla Commissione la loro prima valutazione annuale dei rischi.

VALUTAZIONE DEI RISCHI

Le piattaforme dovranno individuare, analizzare ed attenuare un’ampia gamma di rischi sistemici, dal modo in cui i contenuti illegali e la disinformazione possono essere amplificati attraverso i loro servizi, fino all’impatto sulla libertà di espressione e sulla libertà dei media. 

Analogamente, dovranno essere valutati e attenuati i rischi specifici relativi alla violenza di genere online e alla protezione online dei minori e della loro salute mentale. 

I piani di attenuazione dei rischi delle piattaforme e dei motori di ricerca designati saranno oggetto di audit e di vigilanza indipendenti da parte della Commissione.   

UNA NUOVA ARCHITETTURA DI VIGILANZA

L’osservanza del regolamento sui servizi digitali sarà garantita da un’architettura di vigilanza paneuropea. 

Sebbene l’autorità competente per la vigilanza delle piattaforme e dei motori di ricerca designati sia la Commissione, quest’ultima collaborerà strettamente con i coordinatori dei servizi digitali nel quadro di vigilanza istituito dal regolamento sui servizi digitali. 

Tali autorità nazionali, responsabili anche della vigilanza sulle piattaforme e sui motori di ricerca più piccoli, devono essere istituite dagli Stati membri dell’UE entro il 17 febbraio 2024. 

Entro la stessa data tutte le altre piattaforme devono conformarsi agli obblighi previsti dal regolamento sui servizi digitali e fornire ai propri utenti la tutela e le garanzie previste da quest’ultimo.

Per garantire il rispetto del regolamento sui servizi digitali, la Commissione sta inoltre rafforzando le proprie competenze multidisciplinari interne ed esterne ed ha recentemente istituito il Centro europeo per la trasparenza algoritmica (ECAT), che la coadiuverà valutando se il funzionamento dei sistemi algoritmici sia in linea con gli obblighi di gestione dei rischi. 

La Commissione sta inoltre istituendo un ecosistema di applicazione digitale che riunisce le competenze di tutti i settori pertinenti.

ACCESSO DEI RICERCATORI AI DATI

Oggi la Commissione ha inoltre pubblicato un invito a presentare contributi sulle disposizioni previste dal regolamento sui servizi digitali in relazione all’accesso dei ricercatori ai dati. Tali disposizioni sono concepite per monitorare meglio le azioni adottate dai fornitori di piattaforme per contrastare i contenuti illegali, come i discorsi d’odio, ed altri rischi per la società quali la diffusione della disinformazione, come pure i rischi che possono incidere sulla salute mentale degli utenti. 

I ricercatori abilitati avranno la possibilità di accedere ai dati di qualsiasi piattaforma o motore di ricerca online di dimensioni molto grandi per condurre ricerche sui rischi sistemici nell’UE: potranno ad esempio analizzare le decisioni delle piattaforme in merito a ciò che gli utenti vedono e con cui interagiscono online, avendo accesso a dati precedentemente non divulgati. 

Alla luce dei riscontri ricevuti, la Commissione presenterà un atto delegato per definire un processo semplice, pratico e chiaro per l’accesso ai dati e che conterrà adeguate garanzie contro gli abusi. La consultazione si concluderà il 25 maggio.

CONTESTO

Il 15 dicembre 2020 la Commissione ha presentato la proposta relativa al regolamento sui servizi digitali unitamente alla proposta di regolamento sui mercati digitali quale quadro globale volto a garantire uno spazio digitale più sicuro e più equo per tutti. 

Dopo l’accordo politico raggiunto dai colegislatori dell’UE un anno fa (nell’aprile 2022), il regolamento sui servizi digitali è entrato in vigore il 16 novembre 2022.

Il regolamento sui servizi digitali, che si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi o contenuti, stabilisce nuovi obblighi globali per le piattaforme online relativi alla riduzione dei danni e al contrasto dei rischi online, introduce forti tutele per i diritti degli utenti online e colloca le piattaforme digitali in un nuovo quadro unico di trasparenza e responsabilità. 

Concepite come un insieme unico e uniforme di norme per l’UE, tali norme garantiranno agli utenti nuove tutele ed alle imprese la certezza del diritto in tutto il mercato unico. 

Strumento normativo unico nel suo genere a livello mondiale, il regolamento sui servizi digitali si pone anche come parametro di riferimento internazionale per un approccio normativo per gli intermediari online.

Per ulteriori informazioni

Testo della Gazzetta ufficiale dell’UE relativo al regolamento sui servizi digitali

Domande e risposte in merito al regolamento sui servizi digitali

Pagina informativa relativa al regolamento sui servizi digitali

Pacchetto relativo al regolamento sui servizi digitali  

Domande e risposte sul conteggio del numero degli utenti

 Oggi è un giorno importante per la normativa digitale: inizia il conto alla rovescia per 19 piattaforme e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, che dovranno conformarsi appieno agli obblighi specifici imposti dal regolamento sui servizi digitali.

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno – 25/04/2023

RISCHIO DI PROCEDURE DI INFRAZIONE PER MANCATO RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO N.2019/1158/UE

Nel giugno 2019 è stata emanata la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n.2019/1158/UE (relativa all’equilibrio tra attività professionali e familiari per i genitori ed i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva n.2020/18/UE); con obbligo di recepimento da parte degli Stati membri negli Ordinamenti nazionali entro il 2 agosto 2022.

Dopo l’invio nel settembre 2022 di lettera di costituzione in mora a 19 Stati membri per mancata comunicazione delle misure di recepimento della suddetta direttiva, e constatato che essa non era stata ancora pienamente recepita in 11 Stati membri, la Commissione ha quindi deciso di compiere un passo avanti nei procedimenti di infrazione; inviando un parere motivato a Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia.

Ciò in quanto la direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare  persegue gli obiettivi di migliorare il suddetto equilibrio e di agevolare i genitori ed i prestatori di assistenza nella gestione delle loro responsabilità, in tutti gli Stati dell’Unione.

Per approfondire: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 19 APRILE 2023 – LA COMMISSIONE INTERVIENE PER PROMUOVERE L’EQUILIBRIO TRA ATTIVITÀ PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE NELL’UE

Per salvaguardare il diritto all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare in tutti gli Stati membri, oggi la Commissione europea ha deciso di proseguire le procedure di infrazione nei confronti di Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia, inviando loro un parere motivato per non aver notificato misure nazionali che recepiscano pienamente le norme dell’UE che stabiliscono i diritti in materia per i genitori ed i prestatori di assistenza.

NUOVI DIRITTI PER I GENITORI E I PRESTATORI DI ASSISTENZA NELL’UE

La direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare è un fattore di svolta per i genitori lavoratori ed i prestatori di assistenza: stabilendo norme minime sui diritti al congedo – congedo di paternità, congedo parentale e congedo per i prestatori di assistenza – rende più facile conciliare famiglia e carriera, e riconosce ai genitori ed ai prestatori di assistenza il diritto di chiedere modalità di lavoro flessibili. 

Le nuove norme aiutano le persone a sviluppare sia la carriera che la vita familiare, favorendo il loro benessere generale. L’obiettivo è migliorare l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per tutti ed agevolare i genitori e i prestatori di assistenza nella gestione delle loro responsabilità.

La direttiva prevede i seguenti diritti:

  • congedo di paternità: i padri hanno diritto ad un congedo di paternità di almeno dieci giorni lavorativi in occasione della nascita del figlio, con una retribuzione di livello pari almeno alla prestazione di malattia;
  • congedo parentale: ciascun genitore ha diritto ad almeno quattro mesi di congedo parentale, di cui due mesi retribuiti e non trasferibili; i genitori possono chiedere di fruire del congedo secondo modalità flessibili, a tempo pieno, a tempo parziale o in periodi separati;
  • congedo per i prestatori di assistenza: tutti i lavoratori che forniscono assistenza o sostegno personali ad un familiare o ad una persona che vive nello stesso nucleo familiare hanno diritto ad un congedo di almeno cinque giorni lavorativi all’anno;
  • modalità di lavoro flessibili: tutti i lavoratori con figli fino a otto anni di età e tutti i prestatori di assistenza hanno il diritto di chiedere una riduzione dell’orario di lavoro, orari di lavoro flessibili e flessibilità sul luogo di lavoro.

LA COMMISSIONE ESORTA GLI STATI MEMBRI A CONFORMARSI A QUESTE REGOLE

Gli Stati membri erano tenuti a recepire negli ordinamenti nazionali la direttiva, adottata nel 2019, entro il 2 agosto 2022. 

Il 21 settembre 2022 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora a 19 Stati membri per mancata comunicazione delle misure di recepimento della direttiva negli ordinamenti nazionali. 

Dopo aver analizzato le loro risposte, la Commissione ha constatato che la direttiva non era stata ancora pienamente recepita in 11 Stati membri ed ha pertanto deciso di compiere un ulteriore passo avanti nei procedimenti di infrazione inviando un parere motivato a Belgio, Cechia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria e Slovenia. 

Questi Stati membri dispongono ora di due mesi per adottare le misure necessarie per conformarsi al parere motivato, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

CONTESTO

L’UE ha prodotto una serie di atti legislativi che riconoscono ai cittadini diritti minimi a livello di Unione per la conciliazione del lavoro con le responsabilità familiari.

La direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare è una delle azioni destinate ad attuare ulteriormente i principi del piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali

La proposta è stata adottata il 13 giugno 2019 e gli Stati membri avevano tre anni di tempo, fino al 2 agosto 2022, per recepirla negli Ordinamenti nazionali. 

Le nuove norme si aggiungono ai diritti derivanti dalla direttiva 92/85 sulle lavoratrici gestanti, che riconosce alle donne il diritto a un congedo di maternità di almeno 14 settimane, di cui almeno due obbligatorie, con un’indennità almeno equivalente all’indennità nazionale di malattia.

La direttiva va di pari passo con la strategia europea per l’assistenza, volta a garantire servizi di assistenza di qualità, accessibili ed a costi sostenibili in tutta l’Unione europea ed a migliorare la situazione sia dei beneficiari dell’assistenza sia delle persone che li assistono, a livello professionale o informale.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI

 

 

DALLA COMMISSIONE UE: SOSTEGNO AGLI APICOLTORI E LOTTA AI PESTICIDI

La Commissione ha proposto di ridurre del 50 % entro il 2030 il rischio e l’uso dei pesticidi chimici nell’agricoltura dell’UE. 

Entro parametri definiti per assicurare tale riduzione complessiva a livello unionale, gli Stati membri fisseranno obiettivi nazionali di riduzione. 

Nuove misure garantiranno inoltre che tutti gli agricoltori ed altri utenti professionali di pesticidi pratichino la difesa integrata nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminano metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. 

Nel quadro globale sulla biodiversità, concordato nel dicembre 2022 a Montréal, l’UE ed i suoi Stati membri si sono infatti impegnati a ridurre di metà il rischio complessivo rappresentato dai pesticidi entro il 2030.

In proposito, hanno dichiarato:

Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo: “La scienza è innegabile: la crisi del clima e la crisi della biodiversità rappresentano una minaccia diretta per la nostra sicurezza alimentare. Gli agricoltori sono i primi a subire l’impatto della siccità su vasta scala o della mancanza di impollinatori. Ridurre l’uso dei pesticidi chimici è essenziale per aiutare la natura a riprendersi e per permettere alle api, alle farfalle e ad altri impollinatori di continuare il loro lavoro indispensabile nei campi e nei frutteti d’Europa. Esistono alternative migliori: la Commissione aiuterà gli agricoltori ad adottare pratiche più sostenibili e si adoprerà per aumentare la disponibilità di alternative ai pesticidi chimici quanto prima possibile”.

 

Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza: L’iniziativa “Salviamo api e agricoltori” è giunta al momento opportuno per alimentare il dibattito su due proposte della Commissione, a riprova che le iniziative dei cittadini europei possono incidere sull’agenda dell’UE. Accolgo con favore il contributo che questa iniziativa apporta al processo di definizione delle politiche dell’UE”.

 

 

 

 

Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca: “Un’ Europa senza impollinatori è un’ Europa senza cibo. Il ritorno degli impollinatori è essenziale per il nostro benessere e per il futuro. Faremo tutto il possibile, in stretta collaborazione con gli agricoltori, per riuscire ad ottenerlo. Oltre un milione di persone, nell’iniziativa dei cittadini, lo hanno detto chiaro: siamo sulla buona strada e dobbiamo tenere alto il livello di ambizione. Continueremo a produrre risultati per loro e per tutti gli europei per garantire una natura sana e impollinatori che ci forniscano alimenti nutrienti”.

 

 

 

Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare: “La protezione delle api e di altri impollinatori avrà conseguenze notevoli per il mondo che offriamo ai nostri bambini e per la vita sul nostro pianeta. I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono tra le minacce più gravi che abbiamo di fronte nei prossimi decenni, anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Questa iniziativa dei cittadini dimostra che, nel fissare alte soglie di ambizione per il pianeta e i cittadini, siamo sulla buona strada”.

 

Janusz Wojciechowski, Commissario per l’Agricoltura:“L’iniziativa sottolinea che, oggi più che mai, dobbiamo sostenere gli agricoltori se vogliamo garantire la sicurezza alimentare e la tutela della natura. La politica agricola comune aiuta gli agricoltori a rafforzare la protezione degli impollinatori, ad esempio sostenendo la conservazione degli habitat, l’agricoltura biologica, l’agroecologia e i programmi di apicoltura sostenibile. Più lavoriamo con gli agricoltori per proteggere gli impollinatori, più avanziamo verso una sicurezza alimentare sostenibile”.

 

 

 

PER APPROFONDIRE: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 5 APRILE 2023: “SALVIAMO API E AGRICOLTORI!” – UN MILIONE DI FIRME PER L’INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI: UN SEGNALE AI CO LEGISLATORI DELL’UE DI TENERE ALTA L’AMBIZIONE AMBIENTALE

Oggi la Commissione risponde all’iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”.

La Commissione accoglie con favore l’iniziativa e ne riconosce l’importanza le crisi interconnesse dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità rappresentano sfide crescenti per l’agricoltura e la sicurezza alimentare in Europa. 

Nell’UE 1 specie su 3 di api, farfalle e sirfidi‏ è in declino, e però l’80 % delle specie coltivate o specie fiorite spontanee dipendono dall’impollinazione animale. 

La metà dei terreni agricoli nell’UE è già esposta al rischio di un deficit di impollinazione. Lo stesso pericolo che minaccia l’esistenza di impollinatori grava sulla sicurezza alimentare e sulla vita nel pianeta.

Il successo dell’iniziativa dei cittadini è un chiaro segnale del vasto sostegno pubblico a intervenire in difesa degli impollinatori, della biodiversità e dell’agricoltura sostenibile. In tale contesto la Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio a raggiungere un accordo ambizioso in tempi brevi sulle proposte legislative già trasmesse che contribuiranno a proteggere e ripristinare gli impollinatori europei ed a tradurre in legge l’ambizione dei cittadini.

Azione globale per la sostenibilità dei sistemi alimentari

Tra gli interventi del Green Deal europeo della Commissione volte a garantire la sostenibilità dei sistemi alimentari si annoverano: la strategia dell’UE “Dal produttore al consumatore” e la strategia sulla biodiversità, la normativa sul ripristino della natura, il regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, la revisione dell’iniziativa dell’UE a favore degli impollinatori – ‘un nuovo patto per gli impollinatori‘, e la nuova politica agricola comune dell’UE per il periodo 2023-2027. 

Prese insieme, le proposte ed iniziative della Commissione offrono una risposta complessiva alle richieste avanzate nell’iniziativa dei cittadini europei.

La proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi delinea un percorso ambizioso per ridurre il rischio e l’uso dei pesticidi chimici nell’UE, anche in agricoltura. 

La Commissione ha proposto di ridurre del 50 % entro il 2030 il rischio e l’uso dei pesticidi chimici nell’agricoltura dell’UE. Entro parametri definiti per assicurare tale riduzione complessiva a livello unionale, gli Stati membri fisseranno obiettivi nazionali di riduzione. Nuove misure garantiranno inoltre che tutti gli agricoltori e altri utenti professionali di pesticidi pratichino la difesa integrata nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminano metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. Nel quadro globale sulla biodiversità, concordato nel dicembre 2022 a Montréal, l’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a ridurre di metà il rischio complessivo rappresentato dai pesticidi entro il 2030.

La proposta di normativa sul ripristino della natura contribuisce a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e a riportare la natura nei terreni agricoli, anche attraverso obiettivi specifici per il ripristino degli ecosistemi agricoli. La proposta di normativa sul ripristino della natura combina che combina un obiettivo generale di ripristino per consentire il recupero a lungo termine della natura in tutte le zone terrestri e marine dell’UE con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici. Le misure di ripristino dovrebbero coprire entro il 2030 almeno il 20 % delle zone terrestri e marine dell’UE ed entro il 2050 tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino.

Insieme, queste proposte possono rappresentare un fattore di svolta per la conservazione degli impollinatori a livello UE.

Prossime tappe

Anziché proporre nuovi atti legislativi, la priorità è garantire che le proposte in fase di negoziazione tra i co legislatori siano adottate e quindi attuate tempestivamente, in quanto ognuna di esse riveste grande importanza nel contesto della presente iniziativa dei cittadini, insieme ad un’attuazione efficace della PAC. 

Oltre un milione di dichiarazioni a sostegno di questa iniziativa dei cittadini sono un segnale chiaro e incoraggiamento a tenere alto il livello di ambizione delle proposte della Commissione.

Contesto

L’iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori!” riflette le preoccupazioni dei cittadini sulla sostenibilità ambientale e socioeconomica dell’agricoltura europea e chiede alla Commissione di:

  • eliminare progressivamente i pesticidi sintetici entro il 2035;
  • ripristinare la biodiversità in agricoltura; e di
  • sostenere gli agricoltori nella transizione verso un’agricoltura sostenibile.

L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) è stata inaugurata nell’aprile 2012 come strumento per consentire ai cittadini di definire le priorità in un’ampia gamma di settori programmatici. 

Un’ICE consente a 1 milione di cittadini appartenenti ad almeno sette Stati membri dell’UE di invitare la Commissione europea a proporre atti giuridici nei settori di sua competenza. L’ICE è uno dei principali strumenti innovativi per promuovere la democrazia partecipativa a livello di UE.

Ad oggi la Commissione ha ricevuto 125 richieste di avvio di un’ICE, 9 sono state finora presentate alla Commissione dopo aver raggiunto la soglia di un milione di firme.

L’iniziativa “Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano” è la settima cui la Commissione risponde. 

L’ICE è in linea con le richieste presentate nella Conferenza sul futuro dell’Europa, attraverso le quali i cittadini hanno insistito sulla necessità di una produzione alimentare sicura, sostenibile, giusta, responsabile sotto il profilo climatico e a prezzi accessibili, che salvaguardi la biodiversità e gli ecosistemi nel rispetto della sicurezza alimentare.

Per ulteriori informazioni

Comunicazione

Iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori!”

Dal produttore al consumatore 

Strategia dell’UE sulla biodiversità

Proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi

Proposta di normativa sul ripristino della natura

Iniziativa dell’UE a favore degli impollinatori

Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Fattori determinanti per la sicurezza alimentare

Iniziativa dei cittadini europei – informazioni generali sullo strumento

 

COOPERAZIONE GIUDIZIARIA: ADOTTATA LA PROPOSTA DI REGOLAMENTO UE SUL TRASFERIMENTO DI PROCEDIMENTI PENALI

Nei giorni scorsi la Commissione UE ha adottato una proposta di Regolamento sul trasferimento dei procedimenti penali tra Stati membri. 

L’ aumento della criminalità transfrontaliera ha infatti portato a un aumento dei casi in cui diversi Stati membri sono competenti a perseguire lo stesso reato. 

Azioni penali parallele o multiple possono tuttavia non solo essere inefficienti e inefficaci, ma anche ledere i diritti delle persone interessate in quanto una persona non può essere perseguita o punita due volte per lo stesso reato.

La proposta contribuirà pertanto a prevenire la duplicazione dei procedimenti ed a stabilire quadro giuridico uniforme applicabile alla materia, tra gli Stati UE. Con regole comuni che comprenderanno: i) l’elenco di criteri comuni per il trasferimento di un procedimento, nonché i motivi per rifiutare il trasferimento; ii) il termine per la decisione sul trasferimento di un procedimento; iii) le norme sulle spese di traduzione e sugli effetti del trasferimento di un procedimento; iv) gli obblighi relativi ai diritti di indagati, imputati e vittime; v) le regole sull’uso del digitale transfrontaliero per la comunicazione tra Autorità competenti.

In proposito il Commissario per la Giustizia Didier Reynders ha dichiarato: “Poiché le attività crimi

nali cambiano e si adattano alle nuove circostanze, anche i nostri strumenti per combatterle devono farlo. E’ fondamentale continuare a modernizzare il nostro sistema giudiziario per garantire che sia pronto a rispondere alle sfide attuali, in particolare in un’Europa sempre più senza frontiere. Questo regolamento consentirà di risparmiare tempo e di evitare la duplicazione delle azioni penali e l’impunità nei casi transfrontalieri”.

PER APPROFONDIRE: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 5 APRILE 2023 – COOPERAZIONE GIUDIZIARIA: LA COMMISSIONE PROPONE NORME SUL TRASFERIMENTO DEI PROCEDIMENTI PENALI TRA STATI MEMBRI 

Oggi la Commissione europea ha adottato una proposta di Regolamento sul trasferimento dei procedimenti penali tra Stati membri. 

L’aumento della criminalità transfrontaliera ha portato a un aumento dei casi in cui diversi Stati membri sono competenti a perseguire lo stesso reato. 

Azioni penali parallele o multiple possono non solo essere inefficienti e inefficaci, ma anche ledere i diritti delle persone interessate in quanto una persona non può essere perseguita o punita due volte per lo stesso reato.

La proposta contribuirà pertanto a prevenire la duplicazione dei procedimenti e ad evitare casi di impunità quando è rifiutata la consegna nel quadro del mandato d’arresto europeo. Contribuirà inoltre a garantire che il procedimento penale si svolga nello Stato membro più adatto, ad esempio quello in cui si è verificato prevalentemente il reato. Le norme comuni comprenderanno:

  • un elenco di criteri comuni per il trasferimento di un procedimento, nonché i motivi per rifiutare il trasferimento;
  • un termine per la decisione sul trasferimento di un procedimento;
  • norme sulle spese di traduzione e sugli effetti del trasferimento di un procedimento;
  • obblighi relativi ai diritti degli indagati e imputati e delle vittime;
  • norme sull’uso del canale digitale transfrontaliero per la comunicazione tra autorità competenti.

Al fine di migliorare l’efficienza della procedura di trasferimento, il regolamento proposto introduce una competenza giurisdizionale in casi specifici. Si prevede che esso ridurrà il livello di frammentazione, garantirà una maggiore certezza del diritto e, in ultima analisi, aumenterà il numero di procedimenti penali trasferiti con successo.

Prossime tappe

Il regolamento proposto dovrà ora essere discusso e approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di entrare in vigore.     

Contesto

Attualmente gli Stati membri UE si trasferiscono i procedimenti penali ricorrendo a una serie di strumenti giuridici diversi, non a un quadro giuridico uniforme in tutta l’Ue. 

Ad esempio, la convenzione europea sul trasferimento delle procedure penali del 15 maggio 1972 è stata ratificata ed applicata solo da 13 Stati membri. 

La maggior parte degli Stati membri opera in base alla convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 1959 (art. 21), nel cui quadro i trasferimenti sono in gran parte non regolamentati e si basano sui diritti nazionali.

Gli Stati membri avevano firmato un accordo sul trasferimento dei procedimenti penali già nel 1990, ma l’accordo non è mai entrato in vigore.

Una misura sul trasferimento dei procedimenti è in discussione dall’entrata in vigore del trattato di lisbona, che ha modificato il modo in cui erano presentate ed adottate le norme dell’UE nel settore del diritto penale. 

La proposta odierna contribuisce al conseguimento degli obiettivi fissati nella strategia dell’ue per la lotta alla criminalità organizzata, che sottolinea l’importanza del trasferimento dei procedimenti penali per rafforzare la lotta contro i gruppi della criminalità organizzata attivi negli Stati membri in tutta l’Ue.

Poiché la proposta riguarda procedure transfrontaliere, per le quali sono necessarie norme uniformi, la Commissione presenta una proposta di regolamento, strumento direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri ed obbligatorio in tutti i suoi elementi. 

Un regolamento assicura pertanto un’applicazione comune delle norme in tutta l’Ue e la loro entrata in vigore contemporaneamente. Garantisce inoltre la certezza del diritto prevenendo interpretazioni divergenti tra uno Stato membro e l’altro; evitando in tal modo una frammentazione del quadro giuridico. 

La proposta della Commissione contribuirà all’efficiente e corretta amministrazione della giustizia penale negli Stati membri.

Per ulteriori informazioni

domande e risposte

proposta di regolamento sul trasferimento dei procedimenti penali

trasferimento dei procedimenti penali

DALLA COMMISSIONE UE: SOSTEGNO AGLI APICOLTORI E LOTTA AI PESTICIDI

La Commissione ha proposto di ridurre del 50 % entro il 2030 il rischio e l’uso dei pesticidi chimici nell’agricoltura dell’UE. 

Entro parametri definiti per assicurare tale riduzione complessiva a livello unionale, gli Stati membri fisseranno obiettivi nazionali di riduzione. 

Nuove misure garantiranno inoltre che tutti gli agricoltori ed altri utenti professionali di pesticidi pratichino la difesa integrata nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminano metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. 

Nel quadro globale sulla biodiversità, concordato nel dicembre 2022 a Montréal, l’UE ed i suoi Stati membri si sono infatti impegnati a ridurre di metà il rischio complessivo rappresentato dai pesticidi entro il 2030.

In proposito, hanno dichiarato:

Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo: “La scienza è innegabile: la crisi del clima e la crisi della biodiversità rappresentano una minaccia diretta per la nostra sicurezza alimentare. Gli agricoltori sono i primi a subire l’impatto della siccità su vasta scala o della mancanza di impollinatori. Ridurre l’uso dei pesticidi chimici è essenziale per aiutare la natura a riprendersi e per permettere alle api, alle farfalle e ad altri impollinatori di continuare il loro lavoro indispensabile nei campi e nei frutteti d’Europa. Esistono alternative migliori: la Commissione aiuterà gli agricoltori ad adottare pratiche più sostenibili e si adoprerà per aumentare la disponibilità di alternative ai pesticidi chimici quanto prima possibile”.

Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza:L’iniziativa “Salviamo api e agricoltori” è giunta al momento opportuno per alimentare il dibattito su due proposte della Commissione, a riprova che le iniziative dei cittadini europei possono incidere sull’agenda dell’UE. Accolgo con favore il contributo che questa iniziativa apporta al processo di definizione delle politiche dell’UE”.

 

 

Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca: “Un’ Europa senza impollinatori è un’ Europa senza cibo. Il ritorno degli impollinatori è essenziale per il nostro benessere e per il futuro. Faremo tutto il possibile, in stretta collaborazione con gli agricoltori, per riuscire ad ottenerlo. Oltre un milione di persone, nell’iniziativa dei cittadini, lo hanno detto chiaro: siamo sulla buona strada e dobbiamo tenere alto il livello di ambizione. Continueremo a produrre risultati per loro e per tutti gli europei per garantire una natura sana e impollinatori che ci forniscano alimenti nutrienti”.

 

Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare: “La protezione delle api e di altri impollinatori avrà conseguenze notevoli per il mondo che offriamo ai nostri bambini e per la vita sul nostro pianeta. I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono tra le minacce più gravi che abbiamo di fronte nei prossimi decenni, anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Questa iniziativa dei cittadini dimostra che, nel fissare alte soglie di ambizione per il pianeta e i cittadini, siamo sulla buona strada”.

Janusz Wojciechowski, Commissario per l’Agricoltura:“L’iniziativa sottolinea che, oggi più che mai, dobbiamo sostenere gli agricoltori se vogliamo garantire la sicurezza alimentare e la tutela della natura. La politica agricola comune aiuta gli agricoltori a rafforzare la protezione degli impollinatori, ad esempio sostenendo la conservazione degli habitat, l’agricoltura biologica, l’agroecologia e i programmi di apicoltura sostenibile. Più lavoriamo con gli agricoltori per proteggere gli impollinatori, più avanziamo verso una sicurezza alimentare sostenibile”.

 

PER APPROFONDIRE: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 5 APRILE 2023: “SALVIAMO API E AGRICOLTORI!” – UN MILIONE DI FIRME PER L’INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI: UN SEGNALE AI CO LEGISLATORI DELL’UE DI TENERE ALTA L’AMBIZIONE AMBIENTALE

Oggi la Commissione risponde all’iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano”.

La Commissione accoglie con favore l’iniziativa e ne riconosce l’importanza le crisi interconnesse dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità rappresentano sfide crescenti per l’agricoltura e la sicurezza alimentare in Europa. 

Nell’UE 1 specie su 3 di api, farfalle e sirfidi‏ è in declino, e però l’80 % delle specie coltivate o specie fiorite spontanee dipendono dall’impollinazione animale. 

La metà dei terreni agricoli nell’UE è già esposta al rischio di un deficit di impollinazione. Lo stesso pericolo che minaccia l’esistenza di impollinatori grava sulla sicurezza alimentare e sulla vita nel pianeta.

Il successo dell’iniziativa dei cittadini è un chiaro segnale del vasto sostegno pubblico a intervenire in difesa degli impollinatori, della biodiversità e dell’agricoltura sostenibile. In tale contesto la Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio a raggiungere un accordo ambizioso in tempi brevi sulle proposte legislative già trasmesse che contribuiranno a proteggere e ripristinare gli impollinatori europei ed a tradurre in legge l’ambizione dei cittadini.

Azione globale per la sostenibilità dei sistemi alimentari

Tra gli interventi del Green Deal europeo della Commissione volte a garantire la sostenibilità dei sistemi alimentari si annoverano: la strategia dell’UE “Dal produttore al consumatore” e la strategia sulla biodiversità, la normativa sul ripristino della natura, il regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, la revisione dell’iniziativa dell’UE a favore degli impollinatori – ‘un nuovo patto per gli impollinatori‘, e la nuova politica agricola comune dell’UE per il periodo 2023-2027. 

Prese insieme, le proposte ed iniziative della Commissione offrono una risposta complessiva alle richieste avanzate nell’iniziativa dei cittadini europei.

La proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi delinea un percorso ambizioso per ridurre il rischio e l’uso dei pesticidi chimici nell’UE, anche in agricoltura. 

La Commissione ha proposto di ridurre del 50 % entro il 2030 il rischio e l’uso dei pesticidi chimici nell’agricoltura dell’UE. Entro parametri definiti per assicurare tale riduzione complessiva a livello unionale, gli Stati membri fisseranno obiettivi nazionali di riduzione. Nuove misure garantiranno inoltre che tutti gli agricoltori e altri utenti professionali di pesticidi pratichino la difesa integrata nel cui ambito, prima di poter utilizzare pesticidi chimici come misura di ultima istanza, si esaminano metodi ecologici alternativi di prevenzione e controllo degli organismi nocivi. Nel quadro globale sulla biodiversità, concordato nel dicembre 2022 a Montréal, l’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a ridurre di metà il rischio complessivo rappresentato dai pesticidi entro il 2030.

La proposta di normativa sul ripristino della natura contribuisce a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e a riportare la natura nei terreni agricoli, anche attraverso obiettivi specifici per il ripristino degli ecosistemi agricoli. La proposta di normativa sul ripristino della natura combina che combina un obiettivo generale di ripristino per consentire il recupero a lungo termine della natura in tutte le zone terrestri e marine dell’UE con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici. Le misure di ripristino dovrebbero coprire entro il 2030 almeno il 20 % delle zone terrestri e marine dell’UE ed entro il 2050 tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino.

Insieme, queste proposte possono rappresentare un fattore di svolta per la conservazione degli impollinatori a livello UE.

Prossime tappe

Anziché proporre nuovi atti legislativi, la priorità è garantire che le proposte in fase di negoziazione tra i co legislatori siano adottate e quindi attuate tempestivamente, in quanto ognuna di esse riveste grande importanza nel contesto della presente iniziativa dei cittadini, insieme ad un’attuazione efficace della PAC. 

Oltre un milione di dichiarazioni a sostegno di questa iniziativa dei cittadini sono un segnale chiaro e incoraggiamento a tenere alto il livello di ambizione delle proposte della Commissione.

Contesto

L’iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori!” riflette le preoccupazioni dei cittadini sulla sostenibilità ambientale e socioeconomica dell’agricoltura europea e chiede alla Commissione di:

  • eliminare progressivamente i pesticidi sintetici entro il 2035;
  • ripristinare la biodiversità in agricoltura; e di
  • sostenere gli agricoltori nella transizione verso un’agricoltura sostenibile.

L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) è stata inaugurata nell’aprile 2012 come strumento per consentire ai cittadini di definire le priorità in un’ampia gamma di settori programmatici. 

Un’ICE consente a 1 milione di cittadini appartenenti ad almeno sette Stati membri dell’UE di invitare la Commissione europea a proporre atti giuridici nei settori di sua competenza. L’ICE è uno dei principali strumenti innovativi per promuovere la democrazia partecipativa a livello di UE.

Ad oggi la Commissione ha ricevuto 125 richieste di avvio di un’ICE, 9 sono state finora presentate alla Commissione dopo aver raggiunto la soglia di un milione di firme.

L’iniziativa “Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano” è la settima cui la Commissione risponde. 

L’ICE è in linea con le richieste presentate nella Conferenza sul futuro dell’Europa, attraverso le quali i cittadini hanno insistito sulla necessità di una produzione alimentare sicura, sostenibile, giusta, responsabile sotto il profilo climatico e a prezzi accessibili, che salvaguardi la biodiversità e gli ecosistemi nel rispetto della sicurezza alimentare.

Per ulteriori informazioni

Comunicazione

Iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori!”

Dal produttore al consumatore 

Strategia dell’UE sulla biodiversità

Proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi

Proposta di normativa sul ripristino della natura

Iniziativa dell’UE a favore degli impollinatori

Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Fattori determinanti per la sicurezza alimentare

Iniziativa dei cittadini europei – informazioni generali sullo strumento

 

 

 

 

 

 

IL FONDO DI COESIONE UE COMPIE 30 ANNI: FINANZIATI I MIGLIORI PROGETTI INFRASTRUTTURALI E PER LA TUTELA DEL CLIMA E DELL’AMBIENTE

Si è celebrato ieri il 30º anniversario del Fondo di coesione, con una maturazione di 179 miliardi di € investiti nella coesione economica, sociale e territoriale dell’UE.

Creato nel quadro del Trattato di Maastricht come necessario complemento del mercato unico nel pacchetto di strumenti della Politica di coesione, il Fondo di coesione sostiene gli investimenti:

  • nelle infrastrutture dei trasporti e 
  • nella protezione del clima e dell’ambiente. 

Tra i suoi obiettivi principali figurano:

  • il miglioramento dell’approvvigionamento idrico e del trattamento dei rifiuti,
  • l’efficienza energetica
  • le energie rinnovabili
  • le infrastrutture stradali e ferroviarie.

In proposito Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme ha dichiarato: “Il Fondo di coesione ha dimostrato la sua capacità di stimolare la convergenza, la competitività e lo sviluppo sostenibile, come pure il mercato interno. È uno dei principali fattori che contribuiscono a creare condizioni più eque nell’Unione ed è uno degli strumenti di sostegno dell’UE più esemplari: ponti emblematici, ferrovie e metropolitane moderne ed efficienti, aeroporti ed impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque sostenuti tramite questo Fondo, hanno migliorato le vite di milioni di europei ed ammodernato interi Paesi”.

Per approfondire: COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 3 APRILE 202330º ANNIVERSARIO DEL FONDO DI COESIONE: 179 MILIARDI DI € PER LA CONVERGENZA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Oggi celebriamo il 30º anniversario del Fondo di coesione.

Negli ultimi 30 anni il Fondo ha investito quasi 179 miliardi di € nella coesione economica, sociale e territoriale dell’UE.

Creato nel quadro del trattato di Maastricht come necessario complemento del mercato unico nel pacchetto di strumenti della politica di coesione, il Fondo di coesione ha il compito di sostenere gli investimenti nelle infrastrutture dei trasporti e nella protezione del clima e dell’ambiente. 

Tra i suoi obiettivi principali figurano il miglioramento dell’approvvigionamento idrico e del trattamento dei rifiuti, l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e le infrastrutture stradali e ferroviarie.

Il Fondo si concentra sugli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) inferiore al 90 % della media UE per promuovere la convergenza tra le economie europee. 

Il sostegno del Fondo di coesione, come tutti i finanziamenti nell’ambito della politica di coesione, ha contribuito all’aumento dei redditi nazionali dei Paesi beneficiari. L’Irlanda e la Spagna sono stati i primi Paesi a veder aumentare il proprio RNL oltre la soglia di ammissibilità del 90 % della media UE.

PONTI, METROPOLITANE, AEROPORTI, TRENI AD ALTA VELOCITÀ E TANTO ALTRO

Il Fondo di coesione ha finanziato progetti emblematici che hanno trasformato intere regioni e città, aiutandole a mettersi al passo con il resto dell’UE. 

Ad esempio, nel 1998 il Fondo ha sostenuto la costruzione del ponte “Vasco da Gama” a Lisbona, in Portogallo, che con i suoi 12,3 km è il ponte più lungo dell’UE. 

Ha inoltre finanziato la “diga di Alqueva” sul fiume Guadiana, nel sud del Portogallo, una delle principali riserve idriche strategiche in Europa.

Il Fondo ha inoltre rivestito un ruolo fondamentale nello sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), sostenendo la costruzione e l’ammodernamento di 7 800 km di strade TENT-T, 3 650 km di ferrovie TEN-T e numerosi acquedotti e gallerie.  

Ha finanziato la galleria ferroviaria più lunga dell’Europa sudorientale, in costruzione tra Elin Pelin – Vakarel – Kostenets in Bulgaria.  

Ha inoltre sostenuto la costruzione del secondo binario nel tratto tra Capodistria (importante porto sul mare Adriatico della Slovenia) e Divaccia, che aumenterà notevolmente la capacità di trasporto merci e assicurerà la connessione con la rete ferroviaria austriaca.

In Spagna il Fondo di coesione ha contribuito alla costruzione della moderna rete ferroviaria ad alta velocità del Paese. 

La linea ad alta velocità Madrid-Barcellona-frontiera francese, con una lunghezza totale di 804 chilometri, è uno dei principali assi di comunicazione tra la Spagna e il resto d’Europa.

Grazie al Fondo, la linea ferroviaria Varsavia-Gdynia, in Polonia, ha migliorato il trasporto passeggeri lungo il corridoio Baltico-Adriatico e ora tra le principali città del paese circola materiale rotabile moderno.

Il Fondo ha inoltre investito nel trasporto pubblico sostenibile nelle città, ad esempio nelle metropolitane di Varsavia, Budapest, Bucarest, Sofia e Praga. A Bratislava, la linea tranviaria di Petrzalka, con il suo celebre ponte, è stata anch’essa costruita con il sostegno del Fondo di coesione.

Il Fondo ha inoltre contribuito alla costruzione di aeroporti per migliorare i collegamenti con gli Stati membri che hanno aderito all’UE negli anni 2000: gli aeroporti di Tallinn, Varsavia, Breslavia e Rzeszów sono solo alcuni esempi. 

LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI E PROTEZIONE DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE DEI CITTADINI

Il Fondo ha anche sostenuto investimenti nelle infrastrutture, consentendo tra l’altro di portare acqua potabile pulita a 6 milioni di persone e di collegare 10,5 milioni di persone a impianti di trattamento delle acque reflue. 

Ha inoltre sostenuto il riciclaggio di 4,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani.

Un progetto di grande importanza ambientale per un’economia verde e sostenibile, che migliora la qualità della vita di migliaia di cittadini, è l’impianto di trattamento dei rifiuti di Alessandropoli, in Grecia; che ha permesso di ridurre del 60 % i rifiuti raccolti da 4 comuni della prefettura di Rodopi e 2 comuni della prefettura di Evros.

L’infrastruttura meridionale di trattamento delle acque reflue a Malta e la gestione delle acque per gli agglomerati urbani più grandi in Lettonia hanno migliorato il trattamento delle acque reflue e la qualità dell’acqua potabile per i cittadini.

Nel settore dell’energia pulita, il Fondo di coesione ha sostenuto l’installazione di tecnologie che utilizzano energie rinnovabili per produrre elettricità per quasi 20 000 famiglie in Lituania.

Il Fondo ha inoltre investito nella protezione contro gli incendi boschivi per 8,3 milioni di persone e nella protezione dalle inondazioni per 11,4 milioni di persone. 

Tra i progetti sostenuti figura la costruzione di un sistema di protezione contro le inondazioni e di un bacino per proteggere l’area dell’Alto Tibisco dalle alluvioni del fiume Tibisco, in Ungheria.

CONTESTO

Lo “strumento finanziario di coesione”, come era inizialmente chiamato il Fondo di coesione, è stato istituito il 1º aprile 1993 ed è entrato in vigore nel 1994 con l’obiettivo di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale dell’UE e aiutare i Paesi interessati a mettersi al passo con il resto dell’UE.

I beneficiari del Fondo di coesione erano originariamente Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna (1994-1999); dal 2004 il Fondo sostiene Cechia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, Bulgaria e Romania (dal 2007) e Croazia (dal 2013).

Il bilancio del Fondo di coesione si è notevolmente ampliato dopo l’allargamento del 2004: da 18 miliardi di € nel periodo 1994-1999 a 30,6 miliardi di € nel 2000-2006, fino a raggiungere 68,5 miliardi di € nel 2007-2013 e 61,4 miliardi di € nel 2014-2020.

Per il periodo di programmazione 2021-2027, oltre il 37 % della dotazione di 48,03 miliardi di € del Fondo sosterrà gli obiettivi climatici. 6,9 miliardi di € saranno destinati al trasporto urbano pulito, 3,3 miliardi di € all’efficienza energetica e 16,9 miliardi di € agli investimenti nella rete stradale e ferroviaria TEN-T.

Attualmente il Fondo di coesione sostiene 15 Stati membri aventi un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90 % della media UE al momento dell’accordo sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027: Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.

Ulteriori informazioni

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Kohesio

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