L’EUROPA CONFERMA IL DATO DEL CALO DELLA CO2, LEGATO ALLA CRESCITA DELLE IMMATRICOLAZIONI DI AUTO ELETTRICHE

L’ Agenzia Europea dell’Ambiente ha confermato nei giorni scorsi che le emissioni medie di CO2 delle autovetture nuove immatricolate nell’UE, in Islanda, in Norvegia e nel Regno Unito nel 2020 sono diminuite del 12% rispetto ai livelli del 2019.

Si tratta di gran lunga del maggiore calo annuo di emissioni inquinanti dall’inizio dell’applicazione delle norme in materia di CO2, nell’anno 2010.

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COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 27 SETTEMBRE 2022: AZIONE PER IL CLIMA – CALANO LE EMISSIONI DI CO2 DELLE AUTOVETTURE CON L’AUMENTO DELLE VENDITE DI VEICOLI A BASSE E A ZERO EMISSIONI

 

I dati finali di monitoraggio pubblicati ieri dall’Agenzia Europea dell’ Ambiente confermano che le emissioni medie di CO2 delle autovetture nuove immatricolate nell’UE, in Islanda, in Norvegia e nel Regno Unito nel 2020 sono diminuite del 12% rispetto ai livelli del 2019.

 

Si tratta di gran lunga del maggiore calo annuo delle emissioni dall’applicazione delle norme in materia di CO2 nel 2010, e coincide con la fase di introduzione di norme più rigorose in materia di emissioni di CO2 per il parco veicoli dell’UE a partire dal 1º gennaio 2020.

 

Per il periodo 2020-2024 il regolamento fissa gli obiettivi di emissione di CO2 per l’intero parco veicoli dell’UE a 95g CO2/km per le autovetture di nuova immatricolazione e a 147g CO2/km per i furgoni di nuova immatricolazione: in questo modo i costruttori sono fortemente incentivati a produrre veicoli più puliti.

 

L’aumento della quota di immatricolazioni di veicoli elettrici è stato un fattore importante: 

le vendite sono triplicate, passando dal 3,5% nel 2019 all’11,6% nel 2020; le misure mirate per la ripresa messe in atto dagli Stati Membri hanno inoltre stimolato la diffusione di veicoli a basse e a zero emissioni e gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica.

 

Nonostante la contrazione complessiva del mercato delle autovetture nuove nel 2020 dovuta alla pandemia di COVID-19, il numero totale di nuove auto elettriche è aumentato, raggiungendo per la prima volta oltre 1 milione di acquisti. 

Dai dati definitivi emerge che la Legislazione europea sulle norme in materia di emissioni di CO2 continua a essere uno strumento efficace per ridurre le emissioni di autovetture e furgoni.

 

La maggior parte dei costruttori ha rispettato gli obiettivi, ma i dati definitivi odierni confermano che saranno riscossi oltre 500 milioni di € dai costruttori che nel 2020 hanno sforato gli obiettivi per le emissioni. 

 

Tra le proposte della Commissione presenti nel pacchetto “Pronti per il 55%” presentato nel luglio 2021 rientra un’ulteriore revisione delle norme in materia di emissioni di CO2 per allinearle alle più elevate ambizioni dell’UE in materia di clima.

 

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16 – 22 SETTEMBRE 2022: SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA’

Sono circa 3.000 le città europee che quest’anno partecipano alla Settimana europea della mobilità, in programma dal 16 al 22 settembre, con attività organizzate in tutta Europa a favore della mobilità attiva comprendenti giornate senza auto, festival ciclistici, esposizioni di veicoli elettrici e laboratori.

 

In proposito Adina Vălean, Commissaria per i Trasporti, ha dichiarato: “Ogni città ha le proprie peculiarità e le soluzioni migliori sono quelle che meglio rispondono alle esigenze dei cittadini. Anche quest’anno circa 3.000 città e comuni di oltre 40 paesi partecipano alla Settimana europea della mobilità, dimostrando il loro impegno a favore di infrastrutture e servizi di trasporto più efficienti per collegare meglio i propri cittadini, non solo nelle città stesse, ma anche con il resto delle regioni e dell’Europa. Vorrei in particolare dare il benvenuto alle città ucraine che si uniscono a noi quest’anno, nonostante il loro paese sia alle prese con la guerra di aggressione russa.

 

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COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 16 SETTEMBRE 2022: SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITÀ: MIGLIORI COLLEGAMENTI PER UNA MOBILITÀ URBANA SOSTENIBILE

 

Quest’anno circa 3.000 città europee partecipano alla Settimana europea della mobilità, che inizia oggi e termina il 22 settembre.

Mai come oggi è importante che tutti adottino la mobilità attiva, i trasporti pubblici e altre soluzioni di trasporto pulite e intelligenti. Queste scelte consapevoli riducono il consumo di energia e le emissioni, aiutano a risparmiare denaro e promuovono uno stile di vita sano.

Le attività organizzate in tutta Europa questa settimana comprendono giornate senza auto, festival ciclistici, esposizioni di veicoli elettrici e laboratori.

 

Quest’anno la Settimana europea della mobilità cade nello stesso periodo della conferenza delle Giornate della mobilità urbana, che si terrà dal 20 al 22 settembre a Brno, in collaborazione con la presidenza ceca del Consiglio dell’Unione europea, e delle Giornate per la sicurezza ROADPOL, il cui obiettivo è ridurre il numero delle vittime di incidenti stradali in Europa.

 

 

LA COMMISSIONE UE PROPONE UNA LEGGE PER LA LIBERTA’ DEI MEDIA

La Commissione europea ha adottato nei giorni scorsi una legge europea per la libertà dei media contenente una nuova serie di norme per proteggere il pluralismo e l’indipendenza dei media nell’UE. Ha inoltre adottato una Raccomandazione complementare, con l’obiettivo di incoraggiare la creazione di garanzie interne per l’indipendenza editoriale.

In proposito Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha dichiarato: “Negli ultimi anni abbiamo assistito a varie forme di pressione sui media: è giunto il momento di agire. Dobbiamo stabilire principi chiari: nessun giornalista dovrebbe essere spiato a causa del suo lavoro e nessun mezzo di comunicazione pubblico dovrebbe diventare un mezzo di propaganda. Oggi proponiamo, per la prima volta in assoluto, garanzie comuni per proteggere la libertà e il pluralismo dei media nell’UE.”

 

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha aggiunto: “L’UE è il più grande mercato unico democratico del mondo. Le imprese del settore dei media svolgono un ruolo fondamentale ma devono far fronte a un calo delle entrate, a minacce alla libertà ed al pluralismo dei media, all’emergere di piattaforme online di dimensioni molto grandi ed a un mosaico di norme nazionali diverse. La legge europea per la libertà dei media prevede garanzie comuni a livello dell’UE per garantire l’espressione di una pluralità di voci e la possibilità per i nostri media di operare senza ingerenze, private o pubbliche. Un nuovo garante europeo promuoverà un’applicazione efficace di queste nuove norme sulla libertà dei media e controllerà le concentrazioni dei media per garantire che non ostacolino il pluralismo.”

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COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 16 SETTEMBRE 2022: LEGGE EUROPEA PER LA LIBERTÀ DEI MEDIA – LA COMMISSIONE PROPONE NORME PER PROTEGGERE IL PLURALISMO E L’INDIPENDENZA DEI MEDIA NELL’UE

La Commissione europea ha adottato oggi una legge europea per la libertà dei media: una nuova serie di norme per proteggere il pluralismo e l’indipendenza dei media nell’UE. 

La proposta di Regolamento prevede, tra l’altro, garanzie contro le ingerenze politiche nelle decisioni editoriali e contro la sorveglianza. Pone l’accento sull’indipendenza e sul finanziamento stabile dei media del servizio pubblico come pure sulla trasparenza della proprietà dei media e sulla distribuzione della pubblicità statale. Stabilisce inoltre misure finalizzate alla tutela dell’indipendenza dei responsabili editoriali ed alla divulgazione di conflitti di interesse. 

La legge affronterà infine la questione delle concentrazioni dei media e creerà un nuovo comitato europeo indipendente per i servizi dei media, costituito dalle autorità nazionali di regolamentazione dei media. 

La Commissione ha inoltre adottato una Raccomandazione complementare con l’obiettivo di incoraggiare la creazione di garanzie interne per l’indipendenza editoriale.

Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha dichiarato: “Negli ultimi anni abbiamo assistito a varie forme di pressione sui media: è giunto il momento di agire. Dobbiamo stabilire principi chiari: nessun giornalista dovrebbe essere spiato a causa del suo lavoro e nessun mezzo di comunicazione pubblico dovrebbe diventare un mezzo di propaganda. Oggi proponiamo, per la prima volta in assoluto, garanzie comuni per proteggere la libertà e il pluralismo dei media nell’UE.”

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato: “L’UE è il più grande mercato unico democratico del mondo. Le imprese del settore dei media svolgono un ruolo fondamentale ma devono far fronte a un calo delle entrate, a minacce alla libertà ed al pluralismo dei media, all’emergere di piattaforme online di dimensioni molto grandi ed a un mosaico di norme nazionali diverse. La legge europea per la libertà dei media prevede garanzie comuni a livello dell’UE per garantire l’espressione di una pluralità di voci e la possibilità per i nostri media di operare senza ingerenze, private o pubbliche. Un nuovo garante europeo promuoverà un’applicazione efficace di queste nuove norme sulla libertà dei media e controllerà le concentrazioni dei media per garantire che non ostacolino il pluralismo.”

No alle ingerenze politiche e allo spionaggio, sì a finanziamenti stabili

La legge europea per la libertà dei media farà sì che i media – pubblici e privati – possano operare più facilmente a livello transfrontaliero nel mercato interno dell’UE, senza pressioni indebite e nel contesto della trasformazione digitale dello spazio mediatico. 

  • Tutela dell’indipendenza editoriale: il regolamento imporrà agli Stati membri di rispettare l’effettiva libertà editoriale dei fornitori di servizi di media e di migliorare la protezione delle fonti giornalistiche. Inoltre i fornitori di servizi di media dovranno assicurare la trasparenza della proprietà, divulgando pubblicamente tali informazioni, e adottare misure volte a garantire l’indipendenza delle decisioni editoriali individuali.
  • No all’uso di software spia ai danni dei media: la legge per la libertà dei media prevede solide garanzie contro l’uso di software spia ai danni dei media, dei giornalisti e delle loro famiglie.
  • Indipendenza dei media del servizio pubblico: laddove esistano media del servizio pubblico, i finanziamenti loro erogati dovrebbero essere adeguati e stabili, in modo da garantire l’indipendenza editoriale. Il direttore e il consiglio di amministrazione dei media del servizio pubblico dovranno essere nominati con una procedura trasparente, aperta e non discriminatoria. Gli organi di informazione del servizio pubblico dovranno fornire una pluralità di informazioni e opinioni in modo imparziale, in conformità alla loro missione di servizio pubblico.
  • Test del pluralismo dei media: la legge per la libertà dei media impone agli Stati membri di valutare l’impatto delle concentrazioni del mercato dei media sul pluralismo dei media e sull’indipendenza editoriale. Prevede inoltre che qualsiasi misura adottata da uno Stato membro, legislativa, regolamentare o amministrativa, che comporti possibili ripercussioni sui media, sia debitamente giustificata e proporzionata.
  • Trasparenza delle pubblicità statali: la legge per la libertà dei media stabilirà nuovi requisiti per la distribuzione della pubblicità statale ai media affinché la distribuzione sia trasparente e non discriminatoria. La legge migliorerà inoltre la trasparenza e l’obiettività dei sistemi di misurazione dell’audience, che hanno un impatto sugli introiti pubblicitari dei media, in particolare online.
  • Protezione dei contenuti mediatici online: sulla base della legge sui servizi digitali, la legge per la libertà dei media prevede garanzie contro la rimozione ingiustificata di contenuti mediatici prodotti secondo gli standard professionali. Nei casi che non comportano rischi sistemici come la disinformazione, le piattaforme online di dimensioni molto grandi che intendono rimuovere determinati contenuti mediatici leciti considerati contrari alle politiche della piattaforma dovranno comunicare i motivi della prevista rimozione ai fornitori di servizi di media prima che la stessa abbia effetto. Eventuali reclami presentati dai fornitori di servizi di media dovranno essere trattati da tali piattaforme in via prioritaria.
  • Nuovo diritto dell’utente di personalizzazione dell’offerta mediatica: la legge per la libertà dei media introdurrà il diritto di personalizzare l’offerta mediatica su dispositivi e interfacce, come le TV connesse, consentendo agli utenti di modificare le impostazioni predefinite in modo che queste riflettano le loro preferenze.

La proposta è accompagnata da una Raccomandazione che stabilisce una serie di migliori pratiche volontarie raccolte dal settore e volte a promuovere l’indipendenza editoriale e una maggiore trasparenza della proprietà. La Raccomandazione fornisce un pacchetto di strumenti comprendente misure volontarie che le imprese del settore dei media possono prendere in considerazione, quali ad esempio condizioni favorevoli per la produzione indipendente di contenuti editoriali, soluzioni per consentire ai giornalisti di partecipare alle decisioni cruciali per il funzionamento degli organi di informazione o strategie volte a garantire la stabilità a lungo termine della produzione di contenuti informativi.

Un Garante europeo della libertà dei media 

La Commissione propone di istituire un Comitato europeo per i servizi dei media indipendente, costituito dalle Autorità nazionali di regolamentazione dei media. Il comitato promuoverà l’applicazione efficace e coerente del quadro normativo unionale sui media, in particolare assistendo la Commissione nella preparazione di orientamenti sulle questioni di regolamentazione dei media. Sarà inoltre in grado di formulare pareri in merito alle misure e alle decisioni nazionali riguardanti i mercati dei media e le concentrazioni del mercato dei media.

Il Comitato coordinerà inoltre le misure normative nazionali relative ai media di Paesi terzi che presentano un rischio per la sicurezza pubblica per garantire che tali media non eludano le norme applicabili nell’UE. Il Comitato organizzerà anche un dialogo strutturato tra le piattaforme online di dimensioni molto grandi e il settore dei media per promuovere l’accesso a diverse offerte mediatiche e monitorare il rispetto da parte delle piattaforme delle iniziative di autoregolamentazione, come il codice di buone pratiche dell’UE sulla disinformazione.

Prossime tappe

Spetta ora al Parlamento europeo e agli Stati membri discutere la proposta di Regolamento della Commissione secondo la procedura legislativa ordinaria. Una volta adottato, il Regolamento sarà direttamente applicabile in tutta l’Unione europea. La Commissione incoraggerà le discussioni, in particolare nell’ambito del Forum europeo dei mezzi di informazione, sulle pratiche volontarie delle imprese del settore dei media connesse alla raccomandazione che accompagna la proposta.

Contesto

I media indipendenti svolgono una funzione di controllo pubblico, sono un pilastro fondamentale della democrazia e rappresentano una parte significativa e dinamica della nostra economia. Svolgono un ruolo fondamentale nel creare una sfera pubblica, plasmano l’opinione pubblica e fanno sì che chi detiene il potere debba rendere conto del proprio operato. A livello mondiale l’Unione europea rimane un baluardo della libertà e dell’indipendenza dei media.

Stanno emergendo tuttavia tendenze sempre più preoccupanti in tutta l’UE. La Commissione monitora attentamente tutti questi sviluppi tramite la relazione sullo Stato di diritto e altri strumenti quali l’Osservatorio del pluralismo dei media. Le sfide individuate nelle precedenti relazioni sullo Stato di diritto hanno portato a diverse iniziative dell’UE, tra cui una raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti e misure contro le azioni legali abusive tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP).

La legge europea per la libertà dei media è stata annunciata dalla Presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2021. Si basa sulle relazioni sullo Stato di diritto della Commissione e sulla revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi, che prevede il coordinamento a livello dell’UE delle normative nazionali in materia di media audiovisivi. La legge si fonda inoltre sulla legge sui servizi digitali e sulla legge sui mercati digitali, come pure sul nuovo codice di buone pratiche sulla disinformazione. Farà parte dell’impegno dell’UE nel promuovere la partecipazione democratica, far fronte alla disinformazione e sostenere la libertà e il pluralismo dei media, come previsto nell’ambito del piano d’azione per la democrazia europea.

Questa proposta integra la raccomandazione sulla protezione, la sicurezza e l’emancipazione dei giornalisti, adottata di recente, e la direttiva per proteggere i giornalisti e i difensori dei diritti da contenziosi abusivi (pacchetto anti-SLAPP). La legge per la libertà dei media opera inoltre in sinergia con iniziative riguardanti la sostenibilità, la resilienza e la trasformazione digitale del settore dei media, adottate nell’ambito del piano d’azione per i media e l’audiovisivo e delle norme rivedute sul diritto d’autore. La proposta si basa su un’ampia consultazione dei portatori di interessi, compresa una consultazione pubblica.

Per ulteriori informazioni

Pagina informativa: legge europea per la libertà dei media

Scheda informativa: legge europea per la libertà dei media

Proposta e raccomandazione sulla legge europea per la libertà dei media

LA COMMISSIONE PROPONE UNA LEGGE UE SULLA CIBERRESILIENZA

La Commissione UE ha presentato nei giorni scorsi una proposta relativa ad una nuova Legge sulla ciberresilienza per proteggere i consumatori e le imprese da prodotti con caratteristiche di sicurezza inadeguate. Si tratta della prima legislazione di questo tipo a livello dell’UE, che introduce requisiti obbligatori in materia di cibersicurezza per i prodotti con elementi digitali, durante l’intero ciclo di vita

In proposito Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: “Meritiamo di sentirci al sicuro con i prodotti che acquistiamo nel mercato unico. Così come la marcatura CE ci garantisce la sicurezza di un giocattolo o di un frigorifero, la legge sulla ciberresilienza garantirà che gli oggetti connessi e i software che acquistiamo rispettino misure rigorose in materia di cibersicurezza. Con la nuova legge la responsabilità spetterà a chi immette i prodotti sul mercato.

 

Margaritis Schinas, Vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, ha aggiunto: “La legge sulla ciberresilienza è la nostra risposta alle moderne minacce alla sicurezza, ora onnipresenti in tutta la società digitale. L’UE ha svolto un ruolo pionieristico creando un ecosistema della cibersicurezza con norme sulle infrastrutture critiche, la preparazione e la risposta in materia di cibersicurezza e la certificazione dei prodotti per la cibersicurezza. Oggi stiamo completando questo ecosistema con una legge che porta sicurezza in tutte le nostre case, in tutte le nostre imprese e in tutti i prodotti interconnessi. La cibersicurezza è una questione sociale e non più industriale.”

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha concluso: “Per quanto riguarda la cibersicurezza, la forza dell’Europa è solo pari a quella del suo anello più debole: sia esso uno Stato membro vulnerabile o un prodotto non sicuro nella catena di approvvigionamento. Computer, telefoni, elettrodomestici, dispositivi di assistenza virtuale, automobili, giocattoli… ciascuno di questi prodotti connessi, che sono centinaia di milioni, è un potenziale punto di accesso per gli attacchi informatici. Eppure, ancora oggi la maggior parte dei prodotti hardware e software non è soggetta ad alcun obbligo in materia di cibersicurezza. Introducendo la cibersicurezza fin dalla progettazione, la legge sulla ciberresilienza contribuirà a proteggere l’economia europea e la nostra sicurezza collettiva.

 

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COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 15 SETTEMBRE 2022: STATO DELL’UNIONE – NUOVE NORME DELL’UE PER UNA MAGGIORE SICUREZZA DEI PRODOTTI HARDWARE E SOFTWARE

La Commissione ha presentato oggi una proposta relativa ad una nuova legge sulla ciberresilienza per proteggere i consumatori e le imprese da prodotti con caratteristiche di sicurezza inadeguate. Si tratta della prima legislazione di questo tipo a livello dell’UE, che introduce requisiti obbligatori in materia di cibersicurezza per i prodotti con elementi digitali, durante l’intero ciclo di vita.

La legge, annunciata dalla Presidente Ursula von der Leyen nel settembre 2021 durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, si basa sulla strategia dell’UE per la cibersicurezza del 2020 e sulla strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza del 2020 e garantirà ai consumatori in tutta l’UE una maggiore sicurezza dei prodotti digitali come software e prodotti con e senza fili. Oltre ad aumentare la responsabilità dei fabbricanti obbligandoli a fornire assistenza in materia di sicurezza e aggiornamenti del software per affrontare le vulnerabilità individuate, consentirà ai consumatori di disporre di informazioni sufficienti sulla cibersicurezza dei prodotti che acquistano e utilizzano.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha dichiarato: “Meritiamo di sentirci al sicuro con i prodotti che acquistiamo nel mercato unico. Così come la marcatura CE ci garantisce la sicurezza di un giocattolo o di un frigorifero, la legge sulla ciberresilienza garantirà che gli oggetti connessi e i software che acquistiamo rispettino misure rigorose in materia di cibersicurezza. Con la nuova legge la responsabilità spetterà a chi immette i prodotti sul mercato.”

Margaritis Schinas, Vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, ha affermato: “La legge sulla ciberresilienza è la nostra risposta alle moderne minacce alla sicurezza, ora onnipresenti in tutta la società digitale. L’UE ha svolto un ruolo pionieristico creando un ecosistema della cibersicurezza con norme sulle infrastrutture critiche, la preparazione e la risposta in materia di cibersicurezza e la certificazione dei prodotti per la cibersicurezza. Oggi stiamo completando questo ecosistema con una legge che porta sicurezza in tutte le nostre case, in tutte le nostre imprese e in tutti i prodotti interconnessi. La cibersicurezza è una questione sociale e non più industriale.”

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato: “Per quanto riguarda la cibersicurezza, la forza dell’Europa è solo pari a quella del suo anello più debole: sia esso uno Stato membro vulnerabile o un prodotto non sicuro nella catena di approvvigionamento. Computer, telefoni, elettrodomestici, dispositivi di assistenza virtuale, automobili, giocattoli… ciascuno di questi prodotti connessi, che sono centinaia di milioni, è un potenziale punto di accesso per gli attacchi informatici. Eppure, ancora oggi la maggior parte dei prodotti hardware e software non è soggetta ad alcun obbligo in materia di cibersicurezza. Introducendo la cibersicurezza fin dalla progettazione, la legge sulla ciberresilienza contribuirà a proteggere l’economia europea e la nostra sicurezza collettiva.

Con attacchi ransomware che colpiscono un’Organizzazione ogni 11 secondi in tutto il mondo e un costo annuo globale della criminalità informatica stimato a 5,5 miliardi di € nel 2021 (relazione del Centro comune di ricerca (2020): “Cybersecurity – Our Digital Anchor, a European perspective“), è più importante che mai garantire un elevato livello di cibersicurezza e ridurre le vulnerabilità nei prodotti digitali, uno dei principali motivi del successo di tali attacchi. Con la maggiore diffusione dei prodotti intelligenti e connessi, un incidente di cibersicurezza in un prodotto può avere un impatto sull’intera catena di approvvigionamento, con possibili gravi perturbazioni delle attività economiche e sociali nel mercato interno, può compromettere la sicurezza o addirittura avere conseguenze potenzialmente letali.

Le misure proposte oggi si basano sul nuovo quadro legislativo per la legislazione dell’UE sui prodotti e stabiliranno:

  1. a) norme per l’immissione sul mercato di prodotti con elementi digitali al fine di garantirne la cibersicurezza;
  2. b) requisiti essenziali per la progettazione, lo sviluppo e la fabbricazione di prodotti con elementi digitali e obblighi per gli operatori economici in relazione a tali prodotti;
  3. c) requisiti essenziali per i processi di gestione delle vulnerabilità messi in atto dai fabbricanti per garantire la cibersicurezza dei prodotti con elementi digitali durante l’intero ciclo di vita e obblighi per gli operatori economici in relazione a tali processi. I fabbricanti dovranno inoltre segnalare le vulnerabilità attivamente sfruttate e gli incidenti;
  4. d) norme in materia di vigilanza del mercato e applicazione.

Con le nuove norme la responsabilità spetterà ai fabbricanti, che devono garantire la conformità ai requisiti di sicurezza dei prodotti con elementi digitali messi a disposizione sul mercato dell’UE. Ne trarranno beneficio i consumatori e i cittadini, come pure le imprese che utilizzano prodotti digitali, grazie ad una maggiore trasparenza delle caratteristiche di sicurezza e alla promozione della fiducia nei prodotti con elementi digitali; sarà inoltre garantita una migliore protezione di diritti fondamentali quali la privacy e la protezione dei dati.

Mentre altre giurisdizioni di tutto il mondo cercano di affrontare tali questioni, la legge sulla ciberresilienza diventerà probabilmente un punto di riferimento internazionale, non solo per il mercato interno dell’UE. Le norme dell’UE basate sulla legge sulla ciberresilienza ne agevoleranno l’attuazione e costituiranno un punto di forza per l’industria della cibersicurezza dell’UE sui mercati globali.

Il regolamento proposto si applicherà a tutti i prodotti collegati direttamente o indirettamente a un altro dispositivo o alla rete. Sono previste alcune eccezioni per prodotti i cui requisiti di cibersicurezza sono già stabiliti nelle norme dell’UE vigenti, riguardanti ad esempio i dispositivi medici, l’aviazione o le automobili.

Prossime tappe

Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno esaminare il progetto di legge sulla ciberresilienza. Dopo l’adozione dei nuovi requisiti gli operatori economici e gli Stati membri avranno due anni di tempo per adeguarvisi. Costituisce un’eccezione l’obbligo di comunicazione a carico dei fabbricanti per le vulnerabilità attivamente sfruttate e gli incidenti, che si applicherà già a decorrere da un anno dalla data di entrata in vigore, in quanto richiede adeguamenti organizzativi inferiori rispetto agli altri nuovi obblighi. La Commissione riesaminerà periodicamente la legge sulla ciberresilienza e riferirà in merito al suo funzionamento.

Contesto

La cibersicurezza è una delle principali priorità della Commissione nonché il fondamento di un’Europa digitale e connessa. L’aumento degli attacchi informatici durante la crisi del coronavirus ha dimostrato quanto sia importante proteggere gli ospedali, i centri di ricerca e altre infrastrutture. È necessaria un’azione incisiva in questo settore affinché l’economia e la società dell’UE siano pronte per il futuro. Si stima che i costi annuali delle violazioni dei dati ammontino ad almeno 10 miliardi di € e i costi annuali dei tentativi deliberati di perturbare il traffico su Internet ad almeno 65 miliardi di € (relazione sulla valutazione d’impatto che accompagna il regolamento delegato della Commissione che integra la direttiva sulle apparecchiature radio).

La strategia per la cibersicurezza presentata nel dicembre 2020 propone di integrare la cibersicurezza in tutti gli elementi della catena di approvvigionamento e di accorpare ulteriormente le attività e le risorse dell’UE nei 4 settori della cibersicurezza: mercato interno, attività di contrasto, diplomazia e difesa. 

Si basa sulla comunicazione Plasmare il futuro digitale dell’Europa e sulla strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza, nonché su una serie di atti legislativi, iniziative e azioni che l’UE ha attuato per potenziare le capacità di cibersicurezza e garantire un’Europa più resiliente di fronte alle minacce informatiche.

La nuova legge sulla ciberresilienza integrerà il quadro dell’UE in materia di cibersicurezza: la direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (direttiva NIS), la direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione (direttiva NIS 2), recentemente approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, e il regolamento dell’UE sulla cibersicurezza.

Per ulteriori informazioni

Domande e risposte: Legge UE sulla ciberresilienza

Scheda informativa sulla legge UE sulla ciberresilienza

Proposta di legge sulla ciberresilienza

 

 

E’ DISPONIBILE IL VOLUME UNI CON LA LINEA GUIDA APPLICATIVA DELLA COMPLIANCE IN AZIENDE E STUDI

 

E’ da poco disponibile per l’acquisto il Volume UNI ed. “LA NUOVA NORMA UNI ISO 37301:2021 SISTEMI DI GESTIONE PER LA COMPLIANCE – REQUISITI” per chi voglia arricchire la propria offerta di consulenza aziendale con l’expertice necessario a a gestire tutti i più diversi tipi di compliance, di natura tecnica e/o normativa e/o volontaria o ancora digitale. 

 

La norma internazionale e tecnica suggerisce infatti lo sviluppo di una cultura per la compliance come base di una governance rispettosa ed attenta, oltrechè interessata a fornire all’Organizzazione virtuosa, tutti gli strumenti utili al contenimento dei rischi ed all’implementazione di un sistema di gestione dedicato alla cogenza, in chiave anche integrabile con i requisiti di altri sistemi e/o modelli organizzativi, tra cui il MOG ex Dlgs. n.231/01 e le misure tecnico – organizzative prescritte dal GDPR. 

 

Il sistema di gestione per la compliance UNI ISO 37301 è applicabile su base volontaria. 

Per le Organizzazioni è interessante anche perché si presta ad essere utile non solo in chiave manageriale e per supportare nel ruolo chi, in azienda o in Studio è Compliance Manager ma altresì di marketing; e ciò grazie alla possibile “spendibilità” nella comunicazione esterna e nelle relazioni con le Parti interessate rilevanti della collegata certificazione che può essere rilasciata a cura di Ente terzo accreditato.

 

Il Volume che ho avuto il piacere di coordinare dal punto di vista editoriale, è scritto a più mani. 

Frutto di approfondimenti di un Gruppo di Professionisti esperti della materia e realizzata con il supporto a livello istituzionale dell’Ente italiano di normazione – UNI e dell’Ente Unico nazionale di accreditamento  – ACCREDIA, la Linea Guida è corredata di figure e tabelle, estratti della norma tecnica nella sua versione nazionale,  case histories e testimonianze di prestigiosi esponenti del mondo professionale, dei servizi e del manifatturiero intervistati sul rilievo della compliance nell’attuale scenario di riferimento. 

 

Sfoglia l’indice e la prefazione del volume

Il Volume sarà presentato al Webinar UNI in data MARTEDI’ 18 Ottobre

Sempre in sede formativa, i requisiti UNI ISO 37301:2021 ed il relativo modello costituiranno oggetto di approfondimento in occasione del Webinar di MARTEDI’ 27 Settembre organizzato con la Fondazione forense dell’Ordine degli Avvocati di Milano specificatamente rivolto ai Professionisti legali e valido ai fini della formazione continua. 

 

Per approfondire:

GESTIRE LA COMPLIANCE TECNICA, NORMATIVA E/O VOLONTARIA IN AZIENDA O IN STUDIO IL 27 SETTEMBRE, IL WEBINAR DI APPROFONDIMENTO PER AVVOCATI SULLA ISO 37301:2021

Dopo la pausa estiva, riprendono i miei Corsi di formazione organizzati con la Fondazione Forense del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano, accreditati per la formazione continua.

 

Il primo evento in ordine di data a calendario è il WEBINAR di MARTEDI’ 27 SETTEMBRE pomeriggio “Norma ISO 37301:2021: Sistemi di gestione per la compliance –Requisiti”, focalizzato sullo standard ISO che supporta Aziende, Professionisti e Studi nel percorso organizzativo finalizzato a gestire la compliance di tipo normativo e/o tecnica e/o volontaria.

 

La norma internazionale e tecnica suggerisce lo sviluppo di una cultura per la compliance come base di una governance rispettosa ed attenta, oltrechè interessata ad avere gli strumenti per l’implementazione di sistema di gestione dedicato, integrabile con altri sistemi e/o modelli organizzativi. 

 

Il sistema di gestione per la compliance suggerito dalla ISO 37301 è peraltro anche certificabile a cura di Ente terzo accreditato.

 

Trattasi di una norma sfidante; utile a comunicare un messaggio di fidatezza e di impegno etico nel mercato e nelle relazioni con tutte le Parti Interessate rilevanti per l’Organizzazione che scelga di conformarsi ai suoi requisiti, su base volontaria. 

 

Destinatari del Webinar:

  • Titolari di Studio interessati alla progettazione e sviluppo di un modello organizzativo di gestione della compliance certificabile in conformità a standard internazionali 
  • Avvocati che ricoprono e/o ambiscono a ricoprire il ruolo di Compliance Manager di Studio 
  • Avvocati membri di ODV ex Dls. n.231/2001
  • Avvocati Consulenti d’azienda che si prefiggono di offrire una consulenza ISO 37301 alle Aziende Clienti
  • Avvocati esperti in materia di Risk Management 
  • Studi Legali già certificati in base ad uno standard ISO, desiderosi di passare ad un Sistema di Gestione Integrato, con relativa/e certificazione/i integrata/e 
  • Giuristi d’impresa

 

Docenti e Relatori:

Avv. Giorgio Treglia, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano Temi trattati 

Avv. Stefano Aldini, Of Counsel Studio SZA, Esperto Compliance aziendale 

Avv. Emanuele Montemarano, Presidente Organismo di Vigilanza ACCREDIA ed UNI 

Avv. Giovanna Raffaella Stumpo, Giornalista Pubblicista, Esperta in Organizzazione e certificazioni ISO, Docente di Marketing legale 

Dott. Claudio Perissinotti Bisoni, Technical Project Manager UNI 

Dott. Andrea Baldin, Partner Studio Baldin Euroquality, ESG Advisior, Lead Auditor esperto in Sostenibilità Ambientale e Sociale ed Efficienza Energetica 

Ing. Irene Uccello, Funzionario tecnico, Ispettore e RSPP ACCREDIA 

 

Programma dei lavori di MARTEDI’ 27.9:

Locandina (27 Settembre 2022)

 

Per iscriversi al Webinar formativo accreditato (n. 3 CREDITI FORMATIVI): https://bit.ly/2OGuAgo

OOTS E’ IL SISTEMA TECNICO DELLA COMMISSIONE UE CHE RIDUCE LA BUROCRAZIA NELLO SCAMBIO DI DATI TRA AUTORITÀ PUBBLICHE

Nei giorni scorsi la Commissione UE ha preannunciato l’arrivo del I° Spazio di dati a livello europeo che poggia su un’infrastruttura digitale transfrontaliera, utile per condividere informazioni tra le Amministrazioni pubbliche dei Paesi UE.

 

Grazie al Sistema Tecnico Una Tantum OOTS, “Once Only Technical System”, disponibile dalla fine del 2023, che collega su una unica piattaforma digitale gli sportelli nazionali, i cittadini UE saranno in grado di fornire un documento una sola volta a un’Autorità pubblica.

In proposito il Commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato: “Da tempo aspettavamo di compiere questo passo verso un mercato unico efficace e senza barriere digitali. 

Grazie al sistema tecnico una tantum, siamo meglio attrezzati per migliorare la vita dei cittadini e delle imprese europei e per aumentare l’efficacia del mercato unico, riducendo in modo significativo la burocrazia.

 

 

Vai al Comunicato stampa della Commissione UE per approfondire:

 

MERCATO UNICO: PRIMO SPAZIO DI DATI UE PER SEMPLIFICARE LO SCAMBIO DI DOCUMENTI UFFICIALI A VANTAGGIO DI CITTADINI E IMPRESE

 

Oggi la Commissione apre la strada al primo spazio di dati a livello europeo, che consentirà di condividere informazioni tra le Amministrazioni pubbliche dei Paesi dell’UE.

 

Il sistema tecnico una tantum (OOTS, “Once Only Technical System”), disponibile dalla fine del 2023, consentirà alle Autorità pubbliche di tutta l’UE di scambiare documenti e dati ufficiali su richiesta di cittadini e imprese, in modo semplificato ed efficiente. 

 

Grazie a questo sistema tecnico, che collega gli sportelli nazionali, i cittadini dovrebbero essere in grado di fornire un documento una sola volta a un’autorità pubblica. 

Se un’altra Autorità pubblica dell’UE ha bisogno di accedere allo stesso documento, con il consenso esplicito del cittadino potrà recuperarlo mediante il sistema tecnico OOTS.

 

Oggi, a causa della mancanza di interoperabilità e delle barriere digitali tra gli stati membri, un numero crescente di cittadini europei è costretto a fornire le stesse informazioni ad Autorità diverse, anche se una di esse le detiene già in forma elettronica.

Ad esempio, per iscriversi online a un master universitario, gli studenti devono fornire una copia della laurea triennale, nonostante il documento sia conservato elettronicamente presso l’ateneo in cui si sono laureati.

Una volta disponibile, il sistema tecnico OOTS funzionerà sulla piattaforma dello sportello digitale unico, un’iniziativa europea multiforme volta a creare un’infrastruttura digitale transfrontaliera. A tal fine, la Commissione ha pubblicato oggi il regolamento di esecuzione relativo al sistema tecnico unico, a seguito di un accordo tra gli Stati Membri. 

Ciò fornirà anche un modello riutilizzabile per altri spazi di dati che richiedono flussi di dati sicuri all’interno dell’UE.

 

Per Approfondire: