SU MAG di SETTEMBRE IL MIO ARTICOLO SUI BIG DATA

BIG DATA – Pregi e difetti di un mondo di dati condivisi*

*Articolo di G.R. STUMPO, tratto da “Big Data e nuovo Regolamento Europeo sulla privacy”, del Volume P. BALDIN e G.R. STUMPO, NUOVI STRUMENTI PER LO STUDIO PROFESSIONALE, Filodiritto ed. Aprile 2017

BIG DATA. Un fenomeno figlio del nostro tempo e della società contemporanea.

Che tutti noi, soggetti attivi del globo terrestre e del cyberspazio, contribuiamo ad alimentare pressochè quotidianamente, in modo volontario e non, consapevolmente e/o inconsapevolmente ed esponenzialmente.

Come? Banalmente, quando al supermercato, consegniamo la “tessera per il caricamento dei punti” sulla spesa fatta; o ancora quando effettuiamo pagamenti non in contanti ma elettronici. Se ci spostiamo in macchina e/o utilizziamo mezzi collegati tramite GPS ad un sistema che consente la geo – localizzazione. Tutte le volte che, con uno smart phone facciamo foto o video che poi condividiamo in rete e/o “giriamo” ad amici e conoscenti con What’s up; se inviamo messaggi di testo e/o documenti via mail non protetta da sistemi di crittografia. Quando, da internauti della rete, ivi effettuiamo ricerche, visitiamo siti e/o piattaforme; utilizziamo motori di ricerca e/o concludiamo transazioni on –line; “frequentiamo i social” e/o “chattiamo in rete” ecc.

Ossia, ogni qual volta che compiamo azioni che pur se con modalità “a fisica” ci rendono in qualche modo identificabili e/o che consentono di rendere il nostro operato comunque “tracciabile” su devices. Contribuendo così, con comportamenti che fanno ormai parte del nostro abituale “modus vivendi”, ad alimentare un nuovo tipo di informazione intelligibile; basata su dati descrittivi, interrogabili, predittivi ed usufruibili con metodi c.d. di machine learning e mediante algoritmi informatici. Analizzabili e combinarli in modo automatico e “restituibili” sotto forma di indicatore, al di là della nostra stessa immaginazione, spesso a vantaggio di terzi che, grazie alle nuove tecnologie informatiche possono farli

propri, per fini anche diversi da quelli nostri personali.

Il tema, coinvolge tutti i settori merceologici e di business ed ha copertura globalizzata. E’oggetto di visioni opposte, da parte di esponenti di governo, politici, opinion leaders, scienziati e ricercatori, magnati economici ed investitori.

 

CON RIFERIMENTO AI SOCIAL MEDIA, C’È SOSTIENE CHE I BIG DATA ABBIANO AVUTO UN IMPATTO NEL COMPORTAMENTO UMANO SIMILE ALL’INTRODUZIONE DEL MICROSCOPIO O DEL TELESCOPIO NEI CAMPI DELLA BIOLOGIA E DELL’ASTRONOMIA.

 

Certo, la possibilità di usufruire con l’informatica e l’automazione in modo veloce, sempre più completo e preciso di dati predittivi, che la mente umana –solo con la propria esperienza – non è in grado di “restituire” in modo ugualmente avanzato, è una necessità per il progresso e la realizzazione di scoperte fondamentali per l’umanità; nel campo della scienza, della medicina e della ricerca farmacologica, così come nell’aerospaziale e/o in ambiente militare e/o nell’ urbanistica a tutela del territorio; ed ancora nel sociale per l’avanzamento della domotica, lo sviluppo delle città intelligenti e l’affermarsi l’internet delle cose.

Ma cosa abbiamo in cambio noi Professionisti che forniamo ed alimentiamo i BIG  DATA?

Pensando all’ambiente lavorativo ed in particolare al settore legale, è presumibile che il rapido affermarsi di sistemi di BIG DATA favorirà nuove modalità di ricerca e di erogazione del servizio, oltrechè di condivisione ed accrescimento del know how, delle capacità manageriali e del marketing customerizzato sulle specifiche di ciascun cliente; avvicinando sempre più il Professionista a nuove figure di riferimento (Esperti informatici e Data Scientists) che necessariamente troveranno collocazione in Studio.

Si porranno tuttavia anche innegabili problemi di tutela della privacy e di cybersecurity che richiederanno prioritari interventi di regolamentazione normativa, per il contenimento di fenomeni distorsivi collegati allo sfruttamento massivo dei big data (RIPRODUZIONE RISERVATA).

 

AI RISCHI ASSOCIATI AL BIG DATA È DEDICATO “SNOWDEN”, DOCUFILM DI O. STONECHE RIPERCORRE FEDELMENTE LA STORIA DELL’OMONIMO CONSULENTE INFORMATICO AL SERVIZIO DELLA CIA CHE NEL 2013 EBBE IL CORAGGIO DI DENUNCIARE AL MONDO COLLEGANDOSI IN INTERNET, CHE TUTTI GLI STATI  – USA IN MODO PREPONDERANTE – PER MOTIVI DI SICUREZZA E DI EGEMONIA GOVERNATIVA, ATTRAVERSO LE NUOVE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE, SONO DI FATTO IN GRADO DI CONTROLLARE DATI ED INFORMAZIONI SCAMBIATI IN RETE NON SOLO DAI LORO IGNARI CITTADINI, MA SU BASE PIÙ AMPIAMENTE RAMIFICATA, DA GRAN PARTE DELLA POPOLAZIONE MONDIALE.

Pubblicato da Legalcommunity su: Mag_87_2017

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